ROMA — Si terranno giovedì 5 novembre, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma, le esequie del grande attore romano scomparso nella notte di lunedì. Un corteo funebre in auto farà tappa nei luoghi che gli furono più cari, partendo dal Campidoglio. E mentre Roma si prepara all’ultimo saluto, noi lo ricordiamo a modo nostro con un piccolo omaggio alla sua passione per il teatro e ai suoi grandi insegnamenti.
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Quando penso a Gigi Proietti mi viene in mente la mia infanzia: il Maresciallo Rocca, il Maresciallo per antonomasia, il più famoso della tv italiana, i varietà guardati a casa la sera, il film Disney “Alladin” con il suo divertentissimo doppiaggio.
Non erano ancora gli anni di Zelig o di Colorado, i comici che si vedevano in tv venivano quasi tutti dal teatro e la consacrazione al grande pubblico avveniva principalmente con l’approdo in una trasmissione della Rai. Gigi Proietti però non era solo un comico, era un artista completo, un professionista che non puoi definire se non snocciolando una lista infinita di mestieri dello spettacolo. Attore comico e drammatico, cantante, regista, conduttore televisivo, doppiatore, scrittore, poeta… si farebbe prima a dire cosa non è stato.
Con i suoi personaggi ha incarnato l’uomo medio, romano e un po’ caciarone se vogliamo ma, come per Alberto Sordi, non erano solo i romani a ritrovarsi in lui e nelle sue battute ciniche e irriverenti. Amato da tutte le generazioni, e in forma trasversale da tutti gli italiani, per quasi 60 anni ci ha tenuto compagnia a teatro, al cinema e sul piccolo schermo, sempre con un garbo e una cordialità d’altri tempi.
Ma per me Proietti significava molto di più. Da bambina ripetevo sempre che finite le superiori sarei andata a Roma per imparare a recitare alla sua Accademia. La vita mi ha portato poi a compiere altre scelte ma non ho mai dimenticato questo mio sogno. Da attrice di teatro amatoriale e semi-professionale ho sempre rivolto lo sguardo verso colui che mi aveva inspirato ad intraprendere e a coltivare questa passione.
Con l’avvento di internet era diventato semplice ritrovare i suoi pezzi più famosi in video e prenderne spunto per diventare un’attrice più completa. Dai monologhi teatrali alle sue barzellette esilaranti, dai grandi classici del suo repertorio a piccole pillole di saggezza senza tempo, c’era tanto a cui ispirarsi ogni qual volta si calcava il palcoscenico.
Ultimamente l’avevo ritrovato con piacere nel programma di divulgazione “Ulisse”, dove vestiva i panni di famosi personaggi storici e che l’aveva riconfermato come uno dei grandi artisti dai quale la televisione non poteva prescindere.
Mattatore, istrione, trasformista, sono mille gli appellativi che potremmo usare per ricordarlo, ma per me rimarrà sempre e anzitutto un Maestro, un grande esempio per le generazioni future che vorranno lavorare in teatro o trovare un loro posto nel mondo dello spettacolo.
IL SALUTO DI ROMA A GIGI PROIETTI