MODENA – Va in scena venerdì 27 ottobre 2017 alle ore 20:00, con replica domenica 29 alle 15.30, la nuova opera del compositore Lucio Gregoretti “Il colore del sole”. L’opera, in cui si alternano inedite composizioni di musica polifonica rinascimentale e barocca, canto, recitazione e video, ha debuttato lo scorso 7 settembre al Festival di Jesi, è ispirata alla figura del Caravaggio ed è tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri.
Lo scrittore Andrea Camilleri, il pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e il “falso d’autore”, ossia un lavoro quasi certamente apocrifo ma prodotto da un artista di alto livello. A legare tutto questo è un romanzo dello stesso Camilleri, Il colore del sole, che ora diventa opera teatrale in un atto. Tema centrale del romanzo è infatti proprio un “falso d’autore”, il diario del soggiorno di Caravaggio a Malta e in Sicilia, dal quale Lucio Gregoretti ha tratto la sua opera lirica. L’opera, che ha debuttato l’8 settembre al Teatro Pergolesi di Jesi, è co-prodotta dal Festival di Iesi con il Teatro Luciano Pavarotti di Modena ed è stata realizzata in collaborazione con il complesso Roma Sinfonietta e l’Accademia d’Arte Lirica di Osimo.
Nell’opera si ricostruisce uno dei periodi più misteriosi della vita di Caravaggio, quello da lui trascorso tra Napoli, Malta e la Sicilia fra il 1606 e il 1608. Sul pittore, inseguito dalle guardie del Papa e dell’Ordine di Malta, pende infatti una condanna alla decapitazione per l’omicidio di Ranuccio Tommasoni, avvenuto a causa di una discussione sorta durante una partita al gioco della pallacorda.
L’artista è un uomo in fuga, perseguitato da mille ossessioni (tra cui il sogno ricorrente di un cane feroce che tenta di assalirlo) e condizionato da una sorta di fotofobia, probabilmente di natura psicosomatica, che lo costringe a vedere “il sole nero” e a vivere le sue giornate come in una eclissi di sole permanente. L’aspetto più interessante del lavoro è quello musicale. L’organico è costituito da un attore e da un doppio coro di voci soliste che amplifica e sottolinea l’umanità tormentata di Caravaggio. Le voci sono usate alternativamente come soliste, evocative di personaggi autentici o simbolici, tutte voci interiori di Caravaggio, o come coro, utilizzato principalmente in modo onomatopeico. Il coro non ha mai infatti forma madrigalistica ma serve soprattutto a stabilire la cifra sonora tipica della musica polifonica rinascimentale e barocca. Pur trattandosi di musica interamente nuova, la scrittura musicale del coro farà infatti riferimento a moduli antichi, richiamando qua e là la musica dell’epoca, come il testo ne evoca il linguaggio verbale.
È poi dalla voce dello stesso scrittore siciliano che gli spettatori ascolteranno la genesi del libro e le circostanze misteriose in cui sostiene di essere venuto a contatto con il diario autografo di Michelangelo Merisi da Caravaggio.
INFO
Il Colore del Sole
Venerdì 27 ottobre 2017 – ore 20.00
Domenica 29 ottobre 2017 – ore 15.30
www.teatrocomunalemodena.it
Via del Teatro 8, 41121 Modena
Tel. 059 2033020 Fax 059 2033021 | E-mail: info@teatrocomunalemodena.it
PRESENTAZIONE DELL’OPERA
Venerdì 27 ottobre ore 18,30
Sala del Teatro
Incontro con
Lucio Gregoretti compositore
Cristian Taraborrelli regista
Ingresso libero
ALTRE INFO
Lucio Gregoretti è autore di opere di teatro musicale, di musica sinfonica e da camera, musica elettroacustica, musiche di scena per il teatro di prosa e colonne sonore per film. “Da un po’ di tempo – spiega il compositore – pensavo di comporre un’opera che vertesse su una musica cinquecentesca e barocca e il testo di Camilleri mi è sembrato la cosa giusta e maggiormente affine al mio modo di pensare”.
Camilleri ha partecipato personalmente all’allestimento, in forma di un’azione in video condotta insieme a Ugo Gregoretti, storico protagonista del cinema italiano, che farà da cornice all’azione musicale sulla scena.
Il regista Cristian Taraborrelli dal canto suo ha affermato: “Ho cercato nel buio degli sfondi scuri delle tele del Caravaggio, tutto quello che è celato, nascosto dietro le figure; il mondo fuori dall’inquadratura del dipinto che è presenza non riflessa, ma emotivamente percepibile. La fuga di Caravaggio dalla morte diventa nella mia visione un avvicinamento graduale alla contemporaneità; gli incubi, le sue ossessioni, le sue paure sono momenti in cui il presente prende forza e irrompe nel racconto. Ecco che nel video Caravaggio si agita in spazi mentali, dove le proporzioni sono alterate e dove è facile perdersi oltre la linea dell’orizzonte”.