La musica elettronica e l’eredità del Punk (PARTE 3). Viaggio alla scoperta dei fili sottili che legano tra loro le sonorità dell’ultimo millennio Dalla New Wave alla Techno: l'eredità dei movimenti DIY nella musica elettronica contemporanea.

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Musica elettronica, Punk, Post Punk e New Wave

Dai sintetizzatori fantascientifici del Krautrock ai sample minimalisti della New Wave, dal suono ipnotico dell’Acid House alla libertà dei live PA nei movimenti rave. In termini di avanguardia musicale europea, la Germania ha giocato un ruolo cruciale. Essa non è stata solamente il paese natale di Stockhausen e Eimert, ma anche di quei musicisti che nei tardi anni ’60, ispirandosi alle sonorità Psychedelic Rock americane della decade precedente, diedero vita al Krautrock e allo Space Rock, gettando le basi per gli attuali stili di musica elettronica. Fondendo i suoni grezzi delle chitarre Proto-Punk con la fredda precisione della Techno (cit. Simon Reynolds), gli esponenti del Krautrock hanno dato vita a una vera e propria rivoluzione musicale i cui effetti sono visibili ancora oggi.

Nuove sonorità: Space Rock, Krautrock, New Wave e il periodo “Madchester”

Veri pionieri di questo genere furono gli Amon Düül (e Amon Düül II) e gli Ash Ra Tempel, che già dai tardi anni ’60 venivano incoraggiati dalla loro etichetta indipendente Ohr (orecchio, ndt) a esplorare nuovi territori, creando delle atmosfere spaziali e fantascientifiche, emblema del filone che in seguito fu denominato Space Rock. Questo stile compositivo è stato in seguito abbracciato da band ormai leggendarie quali Tangerine Dream, Can, Neu! e Kraftwerk. Questi ultimi hanno iniziato a esibirsi utilizzando esclusivamente strumenti elettronici sin dal 1968, e nel 1971 hanno pubblicato il primo album della storia annoverato nel genere Synth-Pop, “Autobahn”. Un album che spesso viene anche considerato come “padre fondatore” dei generi contemporanei di musica elettronica, tra cui l’Acid House e la Techno.

I Kraftwerk furono i primi a diffondere il suono elettronico dei sintetizzatori e dei sequencer su ampia scala, rendendolo commerciale e appetibile, non più solamente dedicato alle composizioni di musica classica. A lasciarsi ispirare da questa nuova scuola sono sia grandi maestri come Brian Eno e David Bowie, con collaborazioni che hanno dato vita a capolavori intramontabili come “Low”, ma anche, e soprattutto, i movimenti che si sviluppano tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli ‘80, la New Wave e la Neue Deutsche Welle.

Nel 1978, Tony Wilson e Alan Erasmus fondano a Manchester la Factory Records, emblematica etichetta che poteva vantare nel suo roster musicisti del calibro di Joy Division, Cabaret Voltaire, A Certain Ratio e OMD. Ad accomunare queste band erano le loro sonorità Pop e Rock dal tocco avant-garde e malinconico, il minimalismo elettronico e la volontà di rompere con le tradizioni. A maggio del 1980 la storia dei Joy Division si macchia di sangue con il suicidio del giovane cantante Ian Curtis. La band decide di attenersi al patto sottoscritto con quest’ultimo, portando avanti il progetto intrapreso ma sotto un altro nome. Nascono i New Order, che insieme a Tony Wilson, nel 1982, fondano il club in cui si sostiene sia nata l’Acid House, il Fac 51 Haçienda di Manchester, più noto come Haçienda, a cui è stato inoltre dedicato il film di Michael Winterbottom “24 Hour Party People”. Inizia il periodo “Madchester”.

Nel 1983, in seguito al loro album di debutto che ricalcava le orme della carriera già attiva, i New Order pubblicano “Blue Monday”, un vero e proprio inno alla nuova epoca, caratterizzato da linee di basso sintetizzato e sonorità elettroniche rese solo allora possibili dalla neonata tecnologia MIDI.

Inversione di paradigmi e smaterializzazione degli studi di registrazione: Acid House, Rave e Clubbing

Introdotta nello stesso anno, la tecnologia MIDI permetteva di connettere hardware di diverso tipo tra di loro o a un computer, conferendo a ogni tasto o manopola il suono desiderato e rivoluzionando nuovamente il modo di intendere i sintetizzatori da parte delle case produttrici, tra cui Roland e Korg. È inoltre il suono delle drum machine Roland (tra cui il TB-303 o il TR-909) e quello dei sampler digitali dal tocco volutamente artificiale a caratterizzare l’Acid House che veniva suonata durante le notti insonni dell’Haçienda, sonorità che hanno gettato le basi per i movimenti Rave degli anni ’90. Da allora, la musica Dance non è mai più stata analogica.

Ora la strumentazione elettronica era alla portata di tutti: trasportabile, relativamente semplice da utilizzare, faceva parte dell’immaginario collettivo ed era associata principalmente a movimenti moderni e anticonformisti. Finalmente chiunque poteva decidere di dare vita al proprio progetto musicale tramite l’utilizzo di synth, drum machine e sampler.

I movimenti Rave degli anni ’90 hanno beneficiato di queste caratteristiche libertarie  estendendole, diventando itineranti, non più legati a locali o location per concerti ed eventi esistenti o istituzionalizzati. Lo spirito della cultura Rave, sulla scia della filosofia del Punk degli anni ’70, reclama la libertà di espressione, l’anarchia e la cultura DIY, non servendosi più però di chitarre bensì di strumenti elettronici programmabili.

Ma ci sono state altre evoluzioni tecnologiche che hanno accentuato maggiormente questi aspetti, introdotte dalla metà degli anni ’90. Di queste fanno parte anzitutto le schede audio, che permettono per la prima volta ai computer di produrre e riprodurre suoni, slegando lentamente la musica elettronica dagli hardware e in particolar modo dagli studi di registrazione. Grazie ad esse – oltre che ai controller MIDI e ai cosiddetti tracking-software sviluppati in seguito – musicisti e non saranno in grado non solo di comporre la propria musica in forma completamente autonoma, ma anche di seguire l’intero processo produttivo senza dover dipendere da intermediari.

Punk, Post-Punk ed Elettronica: performance immersive e democratizzazione degli strumenti

Tuttavia queste strumentazioni erano ancora legate allo studio, con la conseguenza per i musicisti di poter esibire dal vivo solo suoni e sequenze già registrati in precedenza. È solo con la divulgazione del laptop e lo sviluppo dell’interfaccia USB (tramite il quale i controller MIDI possono essere collegati al computer per poter interagire con i software) che questo paradigma viene invertito, permettendo agli artisti di suonare dal vivo i loro strumenti da studio.

Dall’inizio degli anni 2000, il dominio della musica elettronica è strettamente correlato al software Ableton Live, grazie al quale è possibile campionare suoni e creare sequenze in tempo reale, con o senza l’intervento umano, oltre che manipolare complesse fonti sonore e comporre armonie senza essere in possesso di conoscenze di programmazione.

Siamo nell’epoca del clubbing, delle notti lunghe giornate intere, in cui la musica non si ascolta più solamente con le orecchie ma si percepisce con tutto il corpo. I nuovi strumenti estendono il vecchio modello musicale unidirezionale rendendo le performance immersive, fondendo il pubblico con gli artisti e annullando le distanze sociali che per secoli si sono frapposte tra loro.

Il Punk ha lasciato un’eredità tangibile nel modo di concepire l’arte e la musica, sdoganandola dalla sua dimensione elitaria e mettendola a disposizione di tutti. L’evoluzione della tecnologia e la democratizzazione degli strumenti, dal canto loro, hanno permesso a questi principi di essere attuati, consentendo all’utopia dei Futuristi di avverarsi.

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