Dolomiti tra storia e leggenda. Il mistero dell’enrosadira e il giardino di rose di Re Laurino

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DOLOMITI – Uno spettacolo naturale mozzafiato che all’alba e al tramonto si anima di colori e suggestioni uniche, infiammandosi sotto la luce del crepuscolo di bagliori rossi, rosa-violacei, aranciati e assumendo le sembianze di un enorme e maestoso giardino di pietra.

Quale luogo migliore per vivere un Natale e un Capodanno da favola (ma anche, potendo, un qualunque fine settimana seguente) delle Dolomiti, dove tra cime imbiancate e panorami spettacolari sono nate alcune delle leggende più affascinanti dell’intero arco alpino. Si perché per spiegare lo strano fenomeno che in alcuni particolari momenti della giornata, all’alba e al tramonto, tinge di un caratteristico colore rosa le pareti di queste enormi formazioni rocciose, le popolazioni delle valli hanno dato vita a molte saghe, tramandandosi di generazione in generazione strane storie popolate di nani, folletti, principesse rapite e sovrani cattivi.

Narra infatti la leggenda che il fenomeno dell’Enrosadira (termine che in lingua ladina significa letteralmente “diventare di colore rosa”) risalga a tempi lontani, quando sulle Dolomiti regnava Re Laurino (in ladino Laurin), signore di un popolo di nani.

Re Laurino risiedeva all’interno del gruppo del Catinaccio, da cui estraeva metalli preziosi e alle cui pendici aveva dato vita, proprio all’ingresso del suo regno, ad un bellissimo giardino di rose (in lingua tedesca il massiccio del Catinaccio è denominato non a caso Rosengarten, cioè “giardino di rose”). Innamoratosi di Similde, figlia del Re dell’Alto Adige, e folgorato dalla sua bellezza, Re Laurino la rapì, sicuro di poterla tenere facilmente segregata nel suo castello di pietra e, forte di una mantello che lo rendeva invisibile, di sfuggire ai cavalieri che immediatamente vennero ingaggiati per liberarla.

Contrariamente ai suoi piani, però, questi riuscirono subito a individuarlo, prendendo come riferimento proprio il magnifico giardino di rose di cui andava tanto orgoglioso. Sconfitto e imprigionato, Re Laurino maledisse il roseto, che con la sua bellezza lo aveva tradito, e pronunciò il seguente sortilegio: né di giorno, né di notte occhio umano alcuno avrebbe più potuto ammirarlo. Ma nell’enfasi del momento, annebbiato dall’ira, trascurò di considerare l’alba e il tramonto, e fu così che da allora, al calare della notte e al sorgere del sole (né di giorno né di notte) i massicci rocciosi si infiammano di un bel rosso acceso, screziato di tutti i toni del rosa, del viola, del giallo e dell’arancione, colorandosi come le rose.

Il massiccio del Catinaccio (Rosengarten) al crepuscolo

Esistono naturalmente spiegazioni scientifiche al fenomeno che trasforma il colore delle Dolomiti dal grigio latteo del giorno (le Dolomiti sono note anche come “Monti Pallidi”) al rosa acceso di mille screziature giallo-dorate del crepuscolo.

Le Dolomiti sono infatti in realtà delle formazioni coralline, emerse dal mare più di 250 milioni di anni fa, spinte verso l’alto dallo scontro tra la placca europea e quella africana che le innalzò fino a oltre 3000 metri sopra il livello del mare.

Devono il loro nome al naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801), che per primo studiò il particolare tipo di roccia di cui sono composte, e il loro caratteristico colore a un concentrato di carbonato doppio di calcio e magnesio, capace di riflette i colori vividi della luce del crepuscolo trasformandoli in cromature rossastre e giallo dorate che virano via via verso il viola.

Nel 2019 cade il decennale della loro proclamazione a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ottimo motivo per visitarle e godere della vista dei loro splendidi panorami, particolarmente suggestivi se ammirati dall’alto delle cime innevate. Larga parte delle loro cime sono infatti facilmente raggiungibili da qualunque impianto sciistico del comprensorio, uno dei più moderni e rinomati d’Europa: 1.200 km di piste dislocate su 12 aree sciistiche, situate nelle vicinanze di 45 tipici paesini di montagna.

Tra le località consigliate per una vacanza invernale segnaliamo, solo per citarne alcune: per gli appassionati di sci e di sport invernali l’Alta Badia, dove da Corvara o dal più piccolo e ritirato paesino di San Cassiano si può facilmente raggiungere la GranRisa, una delle più belle e impegnative piste del circuito di Coppa del Mondo, così come il SellaRonda, percorso circolare adatto a tutta la famiglia che consente di percorrere con gli sci ai piedi oltre 40 km di piste, attraversando gli scorci impagabili di 4 passi alpini. Ai più pigri SPA, saune e passeggiate in piano attraverso paesaggi incantati non faranno comunque rimpiangere la scelta. Più mondane Selva di Val Gardena, Santa Cristina e Orisei,  come anche Canazei e tutta la Val Gardena, sempre affollatissime durante le feste. A più bassa quota, ma non meno caratteristici anche se più distanti dai massicci dolomitici, Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano, dove da fine novembre a metà gennaio sono presenti alcuni dei più storici e caratteristici mercatini di Natale.

Ovunque sia, tra pendii innevati, piccole baite, caratteristiche stradine e scorci più o meno ravvicinati sulle Dolomiti, l’atmosfera fiabesca – e una vacanza indimenticabile  – sono sempre assicurate. A voi la scelta.

INFO

DOLOMITI PATRIMONIO NATURALE DELL’UNESCO
www.dolomitiunesco.info

Tutte le informazioni turistiche e di soggiorno sui siti ufficiali di:

ALTO-ADIGE www.suedtirol.info
TRENTINO www.visittrentino.info

 

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Classe '63, consulente di Marketing e Comunicazione sui canali digitali, è appassionata di cinema, fantascienza, arte, musica e spettacolo, con particolare riferimento a tutto ciò che contamina massivamente e in forma inestricabile quanto appena elencato sopra. Accanita consumatrice di serie TV, B-Movie, Urania, fantascienza e musicalmente fuori dagli schemi. Ama la neve, lo snowboard, il golf e le sfide. Digital addicted. Odia i percorsi lineari, la mancanza di fantasia e i bunker. Incidenti di percorso: Laurea in Lingua e Letteratura Anglo-Americana, Diploma di tecnico-progettista di Ipertesti, Master in Marketing, Comunicazione e Nuove Tecnologie con approfondimenti di semiotica applicata alla Comunicazione Pubblicitaria e al Marketing Digitale.

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