LIVORNO — Il 15, 16 e 17 marzo si terrà presso l’ex Cinema Aurora la prima edizione del San Patrizio Livorno Festival, una originale kermesse all’insegna della cultura irlandese. In cartellone un programma davvero ricco, con ospiti prestigiosi quali Catherine Dunne e il candidato al premio Nobel John Banville. Ma non solo: ci saranno anche un inedito concorso letterario, racconti d’autore, piece teatrali in prima mondiale e tanta musica. Senza dimenticare l’immancabile birra che, per l’occasione, non potrà che scorrere a fiumi.
Si dice che San Patrizio, durante le sue numerose peregrinazioni, sia passato persino da Livorno. Che si tratti di storia oppure di leggenda poco importa. Ciò che conta è invece che nella nota cittadina toscana si svolgerà per festeggiarlo, tra il 15 e il 17 marzo, il San Patrizio Livorno Festival, un appuntamento caratterizzato dalla forte impronta artistico-letteraria, che celebra la cultura irlandese nelle sue espressioni più alte. Ideato da Creative HQ, sodalizio culturale italo-irlandese presieduto da Catherine Dunne, Massimiliano Roveri, Federica Sgaggio, quest’anno faranno parte del comitato organizzatore anche Michele Marziani e Federico Platania.
In anticipo sull’evento, incontriamo per una breve intervista a Dublino lo scrittore Massimiliano Roveri, in arte Max O’Rover, che del San Patrizio Livorno Festival è l’ideatore.
*** INTERVISTA A MASSIMILIANO ROVERI ***
La scelta di presentare il Festival a Livorno nasce da quale esigenza, leggende a parte?
San Patrizio è chiaramente un pretesto. Livorno è la città in cui sono nato ed è la città in cui mi capita di recarmi più spesso in Italia. Il fatto che esista un documento del XIX secolo (Cronache Livornesi, ndr) che attesta una fantomatica presenza di San Patrizio a Livorno durante un suo viaggio di evangelizzazione, lo considero un po’ come un segno del destino. Ora che vivo a Dublino, tornare in un posto dove è stato anche San Patrizio, in occasione della sua ricorrenza, mi sembrava un’idea interessante.
Quando hai pensato alla creazione di un festival di questo tipo?
Nel 2016 abbiamo incominciato a lavorare con Catherine Dunne su questo rapporto tra Dublino e Livorno. Entrambe sono città di mare ed entrambe hanno un senso dell’umorismo talvolta molto cattivo. Siamo ritornati a Livorno nel 2017 ma l’idea di istituzionalizzare il ponte creato tra queste due città e farlo diventare “il festival” è nato nel 2018. Il numero 0 era partito con molta modestia, non a caso era stato chiamato numero “zero”: in quel momento non sapevamo se saremmo o no riusciti a dare all’iniziativa una vera e propria direzione. Invece questa nuova edizione 2019 è decisamente partita col botto, per l’attenzione che l’Irlanda ci ha rivolto: fra gli sponsor e partner abbiamo l’Ambasciata Irlandese e Culture Ireland, una delle organizzazioni para-statali più importanti e attive nella diffusione della cultura irlandese, cui si è aggiunto in seguito il patrocinio del Comune di Livorno.
C’è inoltre la presenza di questo terzetto di ospiti d’onore (Catherine Dunne, John Banville, Marco Vichi, ndr), che è veramente inusuale se rapportato a una città di dimensioni contenute come Livorno. Oggettivamente, in quei giorni, il più alto livello di offerta culturale irlandese al mondo, con scrittori di quel calibro, sarà proprio forse Livorno. E poi si è aggiunto, per tutta una serie di motivazioni legate alle case editrici coinvolte e alla tipologia di libri presentati, Marco Vichi, che gioca invece quasi in casa. Abbiamo effettivamente un palinsesto a tutti gli effetti internazionale, perché essendo Marco Vichi un autore tradotto in inglese, è perfettamente conosciuto anche nel mondo anglofono, Irlanda compresa. Di conseguenza il livello dell’iniziativa sarà altissimo.
Questo festival che terrete a Livorno sarà spalmato su tre giorni, come è organizzato e quali sono gli elementi cardine attorno ai quali ruota l’evento?
Anzitutto c’è una forte componente musicale, perché la musica in Irlanda è importante, per cui ci sarà un concerto a serata. Ci saranno tre concerti live (The Fireplaces, Naomi Berrill con “Venti d’Irlanda” e Esperanto Gippsy Folk Band feat. Guerrini, Degl’innocenti, Di Scala, ndr) ma accanto alla musica ci sarà anche il teatro. Nello specifico andrà in scena Nessun Altro – Atto Unico sul rugby, la vita e tutto il resto, che avevo scritto sull’onda del “numero zero” del San Patrizio Livorno Festival; Claudio Monteleone, un attore livornese, si è preso a cuore il testo, lavorandoci come regista, e sarà lui a interpretarlo in anteprima mondiale. Fra l’altro il testo esiste sia in italiano che in inglese, per cui farà da ponte fra le due culture e darà l’opportunità agli ospiti irlandesi di disporre di una specie di libretto d’opera che consentirà anche a loro di seguire quanto accadrà in scena.
Ci saranno le presentazioni di vari libri e soprattutto ci saranno due eventi principali legati ai tre scrittori menzionati: uno dedicato alla letteratura di genere, visto che sia John Banville che Marco Vichi scrivono libri riconducibili, grosso modo, all’etichetta del noir. E poi ci sarà, in anteprima mondiale, la presentazione di tre inediti che sono il seme più importante che germoglierà dal terreno del numero uno del SPLF.; di fatto un progetto di nascita irlandese, scaturito da una mia idea, che prende spunto da Calvino e dai tarocchi. Nello specifico saranno presentati tre racconti inediti, di cui verrà data lettura e che rimarranno tali, perché non avranno altra divulgazione se non quella del SPLF. Quindi o si sarà presenti lì, al Festival, domenica 17 marzo, oppure non ci sarà altra maniera di fruirne. Il progetto si chiama DTP (acronimo per Dublin Tarots Project, ossia il Progetto di Tarocchi di Dublino, ndr) e riprende il framework creato da Calvino rispetto all’utilizzo letterario dei tarocchi, per riproporlo con una serie di storie che si spostino da una città all’altra. L’idea è di far nascere al SPLF il mazzo dei tarocchi dublinesi, sia dal punto di vista delle storie sia dal punto di vista partecipativo, della musica, e così via. E creare lo spunto, inoltre, per far nascere il mazzo dei tarocchi di qualsiasi altra città, potenzialmente di tutt’Europa e non solo. Chiaramente dar vita a questo progetto a Dublino avrebbe avuto un senso particolare, non per niente per l’UNESCO Dublino è la capitale mondiale della letteratura, per questo ci piaceva che fosse da qui, da Dublino, che tutto partiva. Alla fine però la presentazione si terrà in questo piccolo ex cinema di Livorno, che è diventato un teatro e un centro di aggregazione indipendente, di cui Catherine Dunne si è innamorata, e alla fine siamo ben contenti di presentare lì il progetto.
Questo cinema teatro sarà cornice e unico contenitore del festival?
Esatto. Il festival si terrà all’ex cinema Aurora. Al suo interno c’è anche un pub che ha portato avanti la storia di quello che era stato il pub irlandese per eccellenza a Livorno, per cui quando entri nel locale hai davvero l’impressione di essere in Irlanda.
Il ruolo di Catherine Dunne, una scrittrice così nota e importante, è anche quello di presidentessa del concorso letterario che organizzate, giusto?
Sì, infatti.
E com’è articolato questo concorso?
Il concorso è articolato in questo modo: noi lo abbiamo lanciato e abbiamo raccolto i materiali. I materiali sono stati vagliati dal comitato editoriale di cui fanno parte Federica Sgaggio, Michele Marziani, Federico Platania e il sottoscritto. Abbiamo selezionato i 24 testi che ci sembravano migliori. Questi 24 testi vengono poi sottoposti a un successivo tipo di giudizio che è un sondaggio su Facebook integrato con dati di accesso ricavati da Google Analytics, dai quali semplicemente si vedrà la quantità di like e visite uniche che i vari racconti riceveranno. Queste due tipologie di votazione, unite a quella del comitato editoriale, darà vita alla selezione finale. Quest’ultima sarà una short list di sei e alla fine i vincitori, il primo, secondo e terzo classificato, saranno determinati, rispetto alla short list, proprio dai tre scrittori ospiti. Per cui ci sarà un ulteriore lavoro abbastanza importante di traduzione, da compiere, perché ovviamente dovremo mettere in condizione Catherine (Dunne, ndr) e John (Banville, ndr) di capire i testi. È uno sforzo importante.
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Per chi volesse partecipare alla votazione dei concorso, o anche solo leggere i racconti in anteprima, trovate la pagina con tutti i racconti selezionati qui.
Noi ringraziamo Massimiliano e diamo appuntamento a tutti all’Ex Cinema Aurora il 15, 16, 17 marzo 2019. Dove tra letteratura, musica, teatro, incontri con scrittori affermati ed emergenti, premiazioni, chiacchiere informali e qualche imprescindibile pinta di Guinness, la miscela si preannuncia decisamente elettrizzante.
INFO
San Patrizio Livorno Festival
15,16,17 marzo 2019
Ex Cinema Aurora
viale Ippolito Nievo 28,
LIVORNO
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