Invito all’Arena: la stagione estiva dell’Arena di Verona porta in scena la Carmen di Bizet Cinque opere, cinque appuntamenti: vi accompagneremo passo passo tra le opere della stagione estiva, perché possiate presentarvi all'ingresso muniti non solo di biglietto, ma anche delle conoscenze di base che vi consentiranno di apprezzare al meglio tutta la magia dello spettacolo

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Carmen di BIzet, Arena di Verona

VERONA – La stagione estiva dell’Arena di Verona non delude nemmeno quest’anno e porta in scena un programma d’eccezione, che inaugurato il 22 giugno ci accompagnerà fino al 1° settembre. Ma non si può andare all’opera senza un minimo di preparazione. In cinque uscite successive vi accompagneremo perciò in un viaggio attraverso le cinque opere liriche rappresentate, in modo che possiate sedervi sugli spalti già pronti per la grande emozione.

La prima opera ad essere portata sul palco nella stagione 2018 è la Carmen del compositore francese Georges Bizet, andata in scena per la prima volta nel 1875. Un’opera che, all’epoca, fece un grandissimo scandalo e rese famosissimo il suo compositore. Non all’istante, ovviamente. Ma stiamo andando troppo di corsa ed è bene chiarire un paio di cose prima di addentrarci nei meandri della rappresentazione.

Innanzitutto, nell’Ottocento l’opera lirica è un genere mirato ad intrattenere il pubblico borghese. Nella Francia dell’epoca poi la situazione era particolarmente complicata, perché il pubblico (e la critica) volevano un ben preciso tipo di opera, che seguisse determinate regole e trattasse argomenti codificati. Non c’era spazio per alcun tipo di innovazione; difficilmente un giovane compositore poteva scardinare queste regole e avere anche successo. Difatti il giovane Bizet stava cercando da anni di riuscire nell’impresa, quando finalmente dalla sua penna uscì la Carmen. Alla prima rappresentazione si gridò allo scandalo: ma per quale motivo?

La prima cosa che un pubblico di borghesi senza orecchio musicale nota è la trama. La vicenda della Carmen è ambientata a Siviglia nel 1820 e narra di una giovane zingara, Carmen, nota in tutta la città per il suo stile di vita audace e libertino e sospettata di contrabbando. Viene arrestata da Don Josè, ma riesce a fuggire ammaliandolo. Dopo averle confessato il suo amore, i due fuggono sulle montagne insieme ai contrabbandieri. Anche il torero Escamillo però ha messo gli occhi sulla bella zingara: trovato il covo dei contrabbandieri, viene sfidato a duello da Don Josè. Carmen viene conquistata dal coraggio del torero e alla fine gli si concede. Nonostante questo, il giorno della corrida Carmen implora Don Josè di tornare con lei, ma lui si rifiuta. I due hanno una violenta lite e, mentre la folla acclama Escamillo vittorioso, Don Josè la pugnala e si suicida.

La trama non è molto diversa dalle miriadi di intrecci drammatici che costellano la letteratura dell’epoca. Ma allora, dove sta lo scandalo? Ciò che turbò estremamente il pubblico parigino durante la prima non fu tanto il finale tragico, quanto l’assoluto realismo dell’opera. I personaggi, benché tipici del genere dell’opèra-comique (genere operistico che contiene dialoghi parlati), erano basati sul proletariato urbano del periodo; le loro condizioni erano le stesse di quelle degli operai di Parigi, che i membri delle classi più agiate avevano sotto gli occhi quotidianamente. Inoltre l’eroina non era affatto un esempio impareggiabile di virtù, come avrebbe dovuto essere: Galli-Mariè, la cantante che impersonò Carmen nella prima, venne descritta dalla critica come “la perfetta incarnazione del vizio”. Non è strano pertanto che i signori col cilindro si scandalizzassero, vedendo rappresentata un tipo di donna che incontravano spesso nei bordelli…

A livello formale, invece, la critica conservativa lamentava la preminenza dell’orchestra sulla voce, mentre quella più progressista gridava all’opposto. Insomma, fu un fiasco. Nessuno capiva esattamente cosa Bizet avesse portato sul palco. Serviranno anni (e le rappresentazioni a Vienna, a Londra e nel resto dell’Europa) prima che la Carmen venisse realmente apprezzata.

Quest’anno a Verona potremmo apprezzarla anche noi, quest’opera monumentale, in scena nello spettacolare allestimento di Hugo de Ana, che trasporta la vicenda un secolo in avanti rispetto al libretto originale: negli anni Trenta, gli anni della guerra civile spagnola. Questo decennio costituisce la collocazione temporale ideale per il personaggio di “Carmen”, la donna che lotta per affermare una libertà, un’uguaglianza, un diritto. Questa donna rappresenta al meglio la libertà e soprattutto anela alla libertà per vivere, per amare e per essere se stessa. A differenza dell’archetipo femminile dell’epoca, Carmen è infatti una donna indipendente, autonoma, e difenderà questa libertà fino alla morte. La guerra civile spagnola, con la nascita del movimento d’emancipazione femminile e il ruolo sempre più importante che guadagnarono le donne in società, come anche negli stessi combattimenti, si presta ad essere lo sfondo perfetto per il sorriso enigmatico di Carmen e per la sua passionalità travolgente.

E voi, riuscirete a resistere alle seduzioni di Carmen o vi lascerete travolgere? Scopritelo fino al 31 agosto. Date e biglietti qui.

INFO

Arena di Verona: 96° Opera Festival 2018
22 giugno – 1 settembre

Carmen
Opéra-comique in 4 atti di Georges Bizet
Direttore d’Orchestra Francesco Ivan Ciampa
Regia, Scene e Costumi Hugo de Ana

La nuova produzione di Carmen è in scena all’Arena di Verona fino al 31 agosto 2018.
Repliche: 11, 17, 21 luglio, ore 21.00 – 3, 9, 12, 22, 25, 28, 31 agosto, ore 20.45.
Per informazioni e biglietti www.arena.it e sui social Facebook, Twitter, Instagram e YouTube.

Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona
tel. (+39) 045 59.65.17 – fax (+39) 045 801.3287 – email biglietteria@arenadiverona.it
Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it – Punti di prevendita Geticket
Prezzi da € 22,50 a € 204,00

SOTTO: Alcune immagini dell’allestimento di Hugo de Ana. Copyright: Foto Ennevi 2018. Per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona.

 

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