Filtri d’amore, umarell e smart drug. L’Elisir d’Amore di Donizetti come non lo avete mai visto Va in scena al Teatro Duse di Bologna nelle serate tra il 7 e l'8 novembre una versione inedita - pop e social - della celebre opera di Donizetti. A trasportare le vicende nel nostro secolo, e in un setting decisamente contemporaneo, sarà l'Orchestra Senzaspine, una delle più giovani formazioni italiane ed europee, nata nel 2013 all'ombra delle due torri.

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Elisir d'Amore, Orchestra SenzaSpine

BOLOGNA – Debutta al Teatro Duse il 7 e l’8 Novembre una versione in chiave Pop de L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, opera prima de l’Orchestra Senzaspine. Nata nel 2013 nel capoluogo emiliano, l’orchestra è diretta dal M.° Matteo Parmeggiani e ha il dichiarato obiettivo di avvicinare il grande pubblico e i giovani alla musica colta. La formazione è interamente composta da musicisti under 35.  

Elisir D’Amore. Una delle opere più amate della tradizione belcantistica italiana, dal libretto di Felice Romani e per le musiche di Gaetano Donizetti, rinasce a nuova vita nella versione surreale e giocosa che va in scena il 7 e l’8 novembre al Teatro Duse di Bologna. Una lettura inedita e frizzante in cui L’Orchestra Senzaspine, diretta dal M.° Matteo Parmeggiani e con la regia di Ulduz Ashraf Gandomi, si propone di infondere nuova linfa al celebre melodramma, pur rimanendo fedele alla partitura originale.

L’opera andò in scena per la prima volta nel 1832.  La regia di Ulduz Ashraf Gandomi le conferisce una nuova veste senza però snaturarne il significato. Un parco cittadino dall’ambientazione volutamente contemporanea è infatti l’insolito setting, che sostituisce quello agreste, tradizionale, della vicenda ottocentesca.
Sul podio, a dirigere l’Orchestra Senzaspine, ci sarà il M.° Matteo Parmeggiani. Il commento, a tratti cinico, della vicenda è affidato al coro dell’Accademia Corale ‘Vittore Veneziani’ di Ferrara, diretto da Maria Elena Mazzella.
Nei ruoli di Adina e Giannetta si alterneranno nelle due serate Erika Tanaka e Anna Roberta Sorbo, mentre Chen Dashuai e Hu Guang rivestiranno a turno il ruolo di Nemorino. Maurizio Leoni darà voce e corpo a Dulcamara e Belcore sarà interpretato da Abraham García González.

Tra le peculiarità dell’opera c’è quella di aver saputo coinvolgere il pubblico ancor prima di andare in scena. Parte delle scenografie sono infatti il risultato dei laboratori di riciclo creativo tenutisi all’interno del Mercato Sonato di Bologna, sede dell’associazione Senzaspine ed ex mercato rionale rigenerato. Frutto di un’esperienza condivisa, aperta e partecipata maturata grazie alla manualità dei partecipanti e senza alcun scopo di lucro.

A ridosso della prima abbiamo modo di incontrare la regista Ulduz Ashraf Gandoni e il M.°Parmeggiani per  una breve intervista.

*** Intervista alla regista Ulduz Ashraf Gandoni ***

Questa è la prima volta che Lei si occupa della regia di un’opera?

Lavoro nel mondo della lirica da ormai 8 anni e anche nella prosa, ho lavorato come aiuto regista (…) questa però è la prima opera firmata da me, dopo tante collaborazioni con i Senzaspine.

Questo Elisir, come l’avete concepito? Siete rimasti fedeli al plot e alle istruzioni dell’autore oppure vi siete spinti oltre?

L’opera è ambientata ai giorni nostri in un parco cittadino e parla di un’umanità esuberante, variegata ma anche cinica a tratti. Quest’umanità si affaccia al parco alla ricerca di relax e di divertimento. Se da un lato c’è la ricerca del divertimento, dall’altro si vede come queste persone subiscano il fascino del potere. I personaggi principali Adina e Nemorino sostanzialmente indossano delle maschere e se da un lato Nemorino si fa soldato per acquistare l’elisir, dall’altro è anche affascinato dal potere. Adina invece non è consapevole dei propri sentimenti e indossa la maschera per travestimento. Riguardo al coro, nel parco ognuno avrà un ruolo diverso quindi ci sarà chi gioca a palla, ci sono gli “umarell”, ognuno svolge un’attività diversa e cerca a modo suo il riposo nel parco, ma al tempo stesso è in continuo contrasto con le persone che lo circondano. C’è questa sorta di continua sopraffazione quotidiana e comica al tempo stesso. (…) Nel primo atto Adina è un po’ la diva del parco mentre Nemorino è visto come un perdente non essendo da lei corrisposto. Nel secondo atto invece sarà Adina ad essere considerata come una perdente perché Nemorino la ignora, quindi il coro si coalizzerà contro di lei.

Quanto tempo avete lavorato a questo allestimento?

Ci stiamo lavorando da marzo, l’idea era nata nel 2013. Stiamo provando insieme –escludendo le fasi di preparazione personale – da oltre due settimane. È un lavoro molto intensivo, ma credo di essere riuscita a fare un buon lavoro sia con i cantanti che con il coro.

*** Intervista al M.° Parmeggiani *** 

Come mai avete scelto proprio L’Elisir d’Amore come opera di debutto?

L’entusiasmo di lanciarci nell’opera l’avevamo già da tanto tempo. Ci siamo buttati in quest’avventura perché volevamo affrontare un’opera del grande repertorio e che nel frattempo fosse anche divertente, leggera e piacevole da ascoltare. L’opera ha tutte le sue difficoltà ma noi abbiamo pensato di presentare un prodotto che fosse coinvolgente e di qualità allo stesso tempo. Abbiamo un cast meraviglioso in parte proveniente dalla Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna che oltre a fornirci i cantanti ci ha prestato anche i costumi.

La versione dell’Elisir che andremo a vedere presenta dei tagli? Quali sono gli interventi che Lei ha fatto?

Prima di tutto si è data la priorità alla musica, facendo sì che venisse sentita tutta la musica scritta da Donizetti. Ho dato la priorità alla musica e di conseguenza ho aperto molti tagli di tradizione, soprattutto nel II atto. I tagli riguardano soprattutto le parti musicali che si ripetono o che riguardano cose già sentite. Perché negli usi e nei costumi di un tempo, prima ancora di Donizetti, molte arie prevedevano delle variazioni che i cantanti eseguivano. Ora, non essendo più così, non avrebbe avuto senso farlo perché avrebbe solo affaticato il cantante. Quindi i tagli riguardano le ripetizioni o le cose che si sono già sentite.

In secondo luogo, alcuni piccoli tagli sono stati richiesti dai cantanti. Dovendo loro affrontare  l’opera per intero, si è preferito così agevolarli. Però si tratta veramente di piccole cose. Ho cercato di mantenere l’opera più fedele possibile, aggiungendo qua e là alcuni acuti che di tradizione si facevano anche ai tempi di Donizetti. Mi verrebbe da pensare che in questo modo non si sia fatto torto né al compositore né alla partitura, che per me rimane la bibbia alla quale restare fedeli. (…) Abbiamo due Adine che si scambiano i ruoli nelle due serate, e la stessa cosa per i due Nemorini, sempre per non affaticare i cantanti.

Lei dimostra un rispetto e un’attenzione verso i cantanti non comune, da che cosa dipende questo?

Io come direttore d’orchestra ho sempre fatto un programma sinfonico ma ho lavorato per tanti anni come assistente ad un direttore, Luciano Acocella, che ha un’esperienza sterminata in fatto d’opera, per 4 anni gli ho fatto da assistente in giro per l’Europa. Facendogli da assistente ho cercato di capire cosa un bravo direttore d’opera deve fare e quali dinamiche adottare, rispettando sia il compositore che il cantante. (…) Non puoi scegliere le velocità sia dell’opera che delle varie arie senza aver mai sentito il cantante prima; in base al timbro, alla voce e a quello che musicalmente ti propone tu devi cercare di dare il risultato musicale  migliore possibile. Ho cercato di non stravolgere quello che ha scritto Donizetti perché quello va rispettato, però ho cercato anche di rispettare le proposte sensate dei cantanti e dei musicisti con i quali mi sono trovato a lavorare.

Se Lei dovesse dire per quali ragioni le persone dovrebbero assistere a questo Elisir, che cosa direbbe?

Il nostro obiettivo è quello di avvicinare il pubblico al repertorio classico. L’opera è in assoluto la regina della produzione culturale italiana e noi stiamo cercando di rendere lo spettacolo coinvolgente anche dal punto di vista della produzione. Qui al Mercato Sonato, la nostra sede, ci sono laboratori di costruzione delle scenografie, che si vedranno in scena, prodotti a titolo gratuito. L’abbiamo fatto per coinvolgere quanto più possibile le persone alla produzione dell’opera. L’opera sarà divertentissima e la regia scoppiettante. Le persone saranno partecipi anche durante lo spettacolo e le persone si divertiranno a interagire durante la serata, per fare in modo che quel muro che si crea o si è creato fra la performance e la platea venga abbattuto.

INFO

L’Elisir d’Amore 
7 e 8 Novembre 2017, ore 21.00
Teatro Duse, Bologna
Via Cartoleria 42,
Tel.: 051 231836
biglietteria@teatrodusebologna.it

Il Cast
Adina/Giannetta: Erika Tanaka, Anna Roberta Sorbo
Nemorino: Chen Dashuai, Hu Guang
Dulcamara: Maurizio Leoni
Belcore: Abraham García González
Maestro del Coro: Maria Elena Mazzella
Regia:Ulduz Ashraf Gandomi
Direttore d’Orchestra: M.° Matteo Parmeggiani
Orchestra Senzaspine e Accademia Corale “Vittore Veneziani”

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