Con l’arrivo di Supernova nelle sale italiane (da giovedì, 16 settembre), il caldo autunno della Settima Arte si colora di tutte le tonalità del cinema d’autore, pregi e difetti compresi.
Accolto da un buon riscontro di critica e pubblico al Festival Internazionale di San Sebastian del 2020, scritto e diretto da Harry Macqueen (Hinterland), Supernova sfida l’esorbitante presenza di titoli in uscita, portando sul grande schermo una storia d’amore al bivio più importante della vita e una riflessione non banale sulla inalienabile libertà di decidere del proprio destino.
Sam (Colin Firth; Il discorso del re, A Single Man) e Tusker (Stanley Tucci; Big Night, Il diavolo veste Prada), uno un pianista di fama e l’altro uno scrittore esperto di astronomia, sono una coppia di maturi innamorati in partenza per un viaggio. L’apparente motivo è quello di visitare amici, famigliari e di tenere un concerto insieme ai loro compagni d’avventura: un cagnolino, regalo di Tusker per Sam, e un vecchio, piccolo Camper, con cui scorrazzare lungo gli splendidi paesaggi inglesi dei loro ricordi.
Il forte legame è palpabile in ogni minimo gesto, a cominciare dall’irresistibile humor, molto British, presente in ogni conversazione o battibecco. Nella apparente e quieta perfezione delle loro vite, poco a poco si fa largo il dramma con cui Sam e Tusker sono costretti a convivere da qualche tempo, un vero e proprio convitato di pietra che ha stravolto la loro quotidianità, lasciando però intatto e ancora più forte il reciproco amore.
Quando Sam verrà a conoscenza dell’ineluttabile decisione di Tusker, il profondo smarrimento iniziale lascerà presto il docile passo all’accettazione, al rispetto e ad un imperituro sostegno.
La regia di Harry Macqueen affronta la rivelazione della malattia di Tusker lavorando di sottrazione, senza nascondersi dietro usurati picchi drammatici e scorciatoie per conquistare la superficiale emotività del pubblico. Questo rigore, che non concede spazio ad alcuna indulgenza e commiserazione, è l’evidente frutto di tre anni di ricerca minuziosa, tra consulenze di specialisti e testimonianze di famigliari di malati di demenza precoce, e sceglie di rivelare la tragicità dell’evento in sordina, tramite piccoli episodi di quotidianità, alimentando la crescente forza drammatica della pellicola con efficaci contrasti. I paesaggi quieti della campagna inglese, la calma olimpica della guida di Sam, i toni e i gesti pacati dei due uomini, mai sopra le righe anche di fronte allo sconforto e alla disperazione, sono perfetti contraltari di questa tempesta emozionale e ne rafforzano la profondità dei sentimenti.
Anche il passaggio intermedio, dalla gestione della patologia a quel doloroso quanto inevitabile accogliere la determinata volontà e il libero arbitrio di chi amiamo, pur se addolora e lascia senza fiato, lentamente conflagra grazie alla potenza recitativa del duo Colin Firth / Stanley Tucci, che merita un elogio a parte. Un ulteriore elogio va al sapiente utilizzo delle tracce musicali di Keaton Enson. Il talentuoso compositore e poeta inglese, classe 1988, accompagna il percorso introspettivo dei due protagonisti con echi di violoncello, archi e pianoforte di una potenza abbagliante, intensificando la solennità del discorso, fino alla fine.
Supernova riesce a costruire un efficace affresco di amore, malinconia, rimpianto e tenerezza, sorvolando visivamente sulla spettacolarizzazione gratuita del dolore, ma risulta inconsistente nell’affrontare la tematica della relazione tra due uomini. Il desiderio dichiarato di Harry Macqueen è quello di raccontare una storia d’amore universale, i cui due protagonisti sono solo incidentalmente omosessuali. Se l’intenzione appare lodevole – Love is Love, il resto non conta – l’eliminazione di ogni differenza ne indebolisce, paradossalmente, la credibilità, epurando qualsiasi sfumatura carnale dalla corrispondenza amorosa, della sua unicità.
Qualsiasi titubanza o pecca in Supernova vengono comunque spazzate via con decisione dalla formidabile performance di Stanley Tucci e Colin Firth, che rasenta la perfezione. Gli aggettivi superlativi per descrivere il lavoro di questi due attori non rendono giustizia alla capacità empatica, di immedesimazione e al raro feeling che i due interpreti, grandi amici nella vita privata, riescono a trasmettere allo spettatore. Perfetto ogni gesto, perfetta ogni parola, perfetto ogni sguardo e movimento del corpo, delle mani, delle lacrime trattenute.
Se l’essere umano, come spiega Tusker, è fatto della stessa sostanza di cui sono fatte le stelle, Stanley Tucci e Colin Firth sono senza dubbio le parti più luminose.
INFO
Supernova di Harry Macqueen
AL CINEMA da giovedì 16 Settembre 2021
Durata 93 minuti. Distribuito da Lucky Red.