Mani Rosse, tra graffiti e stop-motion la fiaba contemporanea di Francesco Filippi al Future Film Festival di Bologna | INTERVISTA Ha il supporto di Rai, Telefono Azzurro e del Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Ha ottenuto finanziamenti regionali, europei e anche dalla Francia. Lo sostengono media partner illustri come il Lucca Comics e il Future Film Festival di Bologna. Ma è sostanzialmente un film "di passione", realizzato in crowdfounding e reso possibile dal sostegno di tutti. Al FFF di Bologna la sua "prima" presentazione ufficiale, in un workshop.

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Mani Rosse

BOLOGNA – Verrà presentato in un workshop al Future Film Festival di Bologna il 31 maggio e il 1 giugno 2018 Mani Rosse (anteprima ufficiale in autunno), il progetto di animazione in stop-motion realizzato da Francesco Filippi, autore e regista della pellicola. Filippi ha partecipato con i suoi corti a numerose selezioni e festival internazionali, ottenendo sempre sia un ragguardevole numero di premi che innumerevoli menzioni dalla critica.

Mani rosse racconta, attraverso 30’ di animazione digitale, una storia che parla di adolescenti e che si rivolge agli adolescenti.  Una storia agro-dolce che pone sul tavolo parecchi quesiti ai quali fornisce diverse risposte. Ma soprattutto rivendica l’immaginazione quale mezzo privilegiato per aiutare gli adolescenti nel loro percorso di maturazione e crescita. Mani rosse rappresenta una sfida nel mercato cinematografico occidentale, che si indirizza solitamente ai teen-agers proponendo loro in prevalenza fiction di intrattenimento. Tale presupposto viene ribaltato nel mediometraggio di animazione della  Sattva Films, che punta invece a un prodotto di qualità capace di parlare con garbo e delicatezza di problemi reali e vicini ai ragazzi. A qualche giorno dalla sua presentazione al Future Film Festival di Bologna – e in fase ancora di completamento – abbiamo incontrato Francesco Filippi per farci raccontare in anteprima qualcosa di più.

*** INTERVISTA A FRANCESCO FILIPPI ***

Mani Rosse, un mediometraggio in stop-motion realizzato con pochi fondi e tante idee. Chi c’è dietro a quest’opera? E chi ha avuta l’idea di realizzarla?

Si tratta di una storia di pura fantasia  ma che si fonda su di una cronaca vera. Un po’ di anni fa conoscevo un ragazzo, la cui fidanzatina di allora bussò alla sua porta chiedendo ospitalità, aveva dei lividi addosso perché il padre di lei la picchiava. Sono cose che purtroppo accadono e che diventano reali nel momento in cui si avvicinano a te, non basta sentirle alla tv o al telegiornale. Fortunatamente non sono così frequenti. Questo è stato uno dei presupposti, poi c’è tutto l’aspetto fantastico. Ho voluto far sì che questa fosse una metafora di quello che i ragazzi di oggi possono incontrare. A sentire quello che posso raccogliere direttamente dai ragazzi durante workshops, incontri e laboratori vari la vita dei ragazzi di oggi sembra decisamente più complicata rispetto una decina o più anni fa. Le condizioni sociali in cui si trovano a crescere è paradossale. Nonostante per alcuni aspetti, dal punto di vista scolastico, la vita sembri più semplice rispetto a un tempo, per altri ci sono più difficoltà da gestire, ci sono genitori più ansiosi e la possibilità oggi di uscire dall’adolescenza con le spalle più robuste è molto complicata. L’adolescenza di oggi pare essere molto più fragile rispetto a quella di un tempo. L’obiettivo di questo film dovrebbe essere spendere una parola per loro, di coraggio, per fargli sapere che anche se il mondo adulto non ci piace, noi possiamo essere meglio degli adulti.

Un messaggio che nella letteratura per ragazzi è sempre presente. E per quanto riguarda le fasi di lavorazione, come si sono articolate?

Agosto 2009 (segna ndr) la prima stesura di sceneggiatura. Poi sono partito in autoproduzione la primavera 2010 con la ricerca grafica. A ottobre ho chiamato John Craney per insegnarci a fare i pupazzi. Le prime animazioni sono del 2012. L’anno successivo ho incontrato Michele Fasano, che ha preso in mano il progetto come produttore, portandolo a 30′ e trovando i finanziamenti necessari per realizzarlo. Speravamo di chiudere il film per il Future Film Festival, ma abbiamo preferito tardare qualche mese per non rinunciare alla qualità.

Crowdfounding ma anche sostegni importanti, il Future Film Festival innanzi tutto… come è andata da questo punto di vista?

Il FFF ha messo a disposizione dei posti per questo laboratorio di due giorni, non solo per i nostri sostenitori, ma aperto a tutti. In realtà il lavoro che Fasano, il produttore, è riuscito a fare forse per la prima volta in Italia per un prodotto animato è stato quello di far convergere (con sommi sforzi) finanziamenti nazionali, regionali, comunali, europei, esteri e non ultimo il crowd funding. A monte di tutto ci sono i patrocini scientifici di Telefono Azzurro e del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, che hanno garantito sulla qualità pedagogica del prodotto e che sicuramente hanno aiutato a convincere le istituzioni.

Mani Rosse, di Francesco Filippi (Sattva Films)

Dal punto di vista della lavorazione dell’insieme, quanto è complicato creare un film di animazione?

Il lavoro è tantissimo. In generale la produzione di film d’animazione, qualsiasi sia la tecnica (computer grafica, disegno animato e stop-motion) è più laboriosa rispetto, ad esempio, al cinema dal vero e in generale costa di più. C’è però animazione e animazione, perché a seconda della qualità che si vuole ottenere, l’animazione può costare da 1000 eu al minuto, se fai motion graphic, a un milione o un milione e mezzo di dollari al minuto se fai i film della Pixar. Mani rosse si va a collocare sopra un prodotto televisivo, perché noi cerchiamo di ottenere la qualità di un prodotto cinematografico  però con costi inferiori.

Volare così in alto avrà presupposto qualche difficoltà, immagino?

Questo è stato uno dei motivi della difficoltà a procedere. Se fosse un lungometraggio standard europeo sarebbe dovuto costare almeno il doppio di quanto è costato Mani rosse, la qualità prevede da 12 a 24 fotogrammi al secondo. Noi siamo comunque low budget, siamo riusciti a far costare il tutto la metà di quello che avrebbe dovuto. Ovviamente questo risultato, ribadisco low budget, spiega il perché del lungo tempo impiegato per la realizzazione. (…) L’altra difficoltà ha riguardato il finanziamento: sebbene l’Europa  abbia apprezzato la qualità del lavoro fin da subito, nel 2014, successivamente però si rese evidente come non sarebbe stato facile prevedere quando i vari finanziamenti, salvo quello europeo, si sarebbero resi disponibili.

Quando si parla di animazione oggi si pensa alla computer grafica o comunque all’uso estensivo di programmi grafici e pc, voi invece cosa fate, disegnate ancora a mano o che altro?

Questo film è a spazio stop-motion per due terzi. Per un terzo è animazione tradizionale 2D. Non abbiamo propriamente usato la computer grafica in sé come normalmente si intende, cioè software per fare l’animazione in 3D come la Pixar o la Walt Disney di adesso. Questo  non significa che non si usino i computer: i disegni in 2D sono stati quasi tutti realizzati su tavoletta grafica, ma alcuni secondi sono stati animati su carta, il che è più laborioso, ma ha un fascino imbattibile!

Quante persone lavorano dietro al progetto? Siete più disegnatori oppure c’è chi fa cosa? Come si dividono i compiti?

In tutto più o meno fra vecchi e nuovi, c’è chi ha terminato il suo compito, siamo una cinquantina di persone più o meno. Non tutti impegnati allo stesso modo. Sono tutti free lance, sparsi in Italia e all’estero.

Mani Rosse, di Francesco Filippi (Sattva Films)

Nel tratteggio si scorge qualcosa di orientale, lo percepisco come un intermezzo: non è la linea morbida ondulata della Walt Disney d’antan (di un tempo ndr) né quella più spigolosa dei manga, mi sembra ci sia un certo equilibrio. Come l’avete ottenuto questo?

Il look grafico del film è dato congiuntamente da Mauro Dal Bo, il direttore artistico e illustratore formidabile, e da Pierpaolo Rovero che è un altro fumettista affermato e che si è occupato del design dei personaggi, è stato l’ideatore della forma dei pupazzi. In realtà il sapore nipponico che tu rilevi è dato, a mio avviso, più che altro dal punto di vista dei personaggi.
Non ho dato indicazioni particolari, entrambi, Mauro e Pierpaolo, possono apprezzare cose giapponesi ma il loro stile non segue quell’onda. In particolare, il mio tributo al Giappone che tu giustamente rilevi, ha a che fare con lo stile registico in generale, in particolare io mi ispiro alla cinematografia di Osamu Dezaki (1943-2011, il regista di Lady Oscar ndr).

Anche i dialoghi hanno un tempo che sembra molto dilatato ma non vorrei sbilanciarmi.

Sì, i tempi della mia regia, dei miei dialoghi e il mio modo di fare cinema sicuramente si nutrono di tanti esempi giapponesi, che non significa che non mi nutra di, o apprezzi anche, altre cose, sono più vicino al racconto drammatico d’avventura giapponese o alle storie giapponesi, e quindi a determinate pause, determinate arie, ai loro spazi vuoti, ben distante dalla commedia compressa e parossistica del prodotto occidentale.

Forse è questo aspetto che rende il filmato, ad ora, molto lirico. I dialoghi sembrano quasi degli haiku. Per quanto concerne il commento musicale, cosa proporrete?

Tutta la parte di sviluppo, fino al trailer usato per il crowd funding è stata musicata da Andrea Vanzo, giovane e talentuoso compositore che aveva già firmato i miei precedenti cortometraggi. Alla fine però per Mani Rosse la musica sarà di un altro compositore bolognese di grande valore, Andrea Rizzi, al debutto sul fronte cinematografico.


Per quanto riguarda le voci, invece? Chi presta le voci ai personaggi?

Le animazioni sono state realizzate sulle voci della bravissima doppiatrice Lucia Gadolini, che ha curato tre personaggi su quattro e che mi ha consentito un minuzioso lavoro di ricerca espressiva. Siamo ora in fase di doppiaggio presso Sincrodub a Bologna, dove Lucia verrà affiancata da altri doppiatori. Non posso ancora sbilanciarmi sui nomi.

Qual è l’intenzionalità sociale della pellicola, nella vostra visione?

Mani rosse vuole affrontare i problemi senza censure, né vezzeggiativi. Insomma vuole prendere i ragazzi sul serio. Già Bruno Bettelheim (1903-1990, psicoanalista austriaco ndr), negli anni ’70, quando scrisse Il mondo incantato (Feltrinelli, 1977 ndr) rilevava che i genitori, per ansia di protezione verso i bambini, evitavano che si parlasse di una serie di cose. Il concetto è che non è che se non diamo delle risposte ai ragazzi, i ragazzi smettono di chiedere, tutt’altro. I ragazzi hanno bisogno di risposte e se non le diamo noi o non le trovano loro o rischiano di trovarsi le risposte sbagliate.

Mani Rosse, di Francesco Filippi (Sattva Films)

Infatti non sai mai che risposte trovino. Da un punto di vista più cinematografico, qual è la novità, per te, di Mani Rosse?

In un certo senso Mani rosse vuole aprire o consolidare un filone, che ad ora è solamente di nicchia, di film che abbiano il coraggio di dare risposte ai bisogni dei ragazzi, senza false paure. Ci sarà senz’altro qualche genitore che si lamenterà. Noi non facciamo questo per far innervosire qualche genitore, ma parliamo del fatto che la vita può essere dura e quando uno si trova in una data situazione,  che cosa può fare un ragazzo? Noi dobbiamo cercare di dare dei modelli e non possiamo far finta che certe cose non esistano. Questo coraggio con cui cerchiamo di affrontare contenuti delicati, parlandone con competenza, è qualcosa che nel mercato, e nel film d’animazione in particolare, rarissimamente è stato affrontato, semmai è accaduto in qualche fiction o film d’autore ma si tratta sempre di film di provenienza d’oltralpe – Francia, Scandinavia – a cui noi non siamo abituati. Speriamo di fare un buon servizio ai ragazzi.

Per concludere, questa tua attenzione per i più piccoli da cosa nasce? Hai una formazione da pedagogista pregressa o cosa?

Io mi sono laureato in Scienza dell’Educazione (…) poi nel frattempo è nata questa mia passione per i cartoni animati (…) e da oltre 15 anni mi sono occupato di film d’animazione. Ho svolto laboratori con i ragazzi, ho scritto libri: mi sono occupato degli effetti del fumetto d’animazione giapponese sulla mia generazione, ad esempio. Oppure sui risvolti psicopedagogici delle storie e dei cartoni animati. Sono tutti argomenti che a me stanno a cuore da tanti anni e dei quali non posso non tener conto quando mi metto a inventare delle storie su cui faccio film.

Ma tu da bambino avresti mai pensato di diventare un creatore di film d’animazione?

No, io mi sono iscritto a Pedagogia con l’idea di fare l’educatore poi però nel frattempo si è aperta questa possibilità verso i film d’animazione e così mi sono detto che sarebbe potuta essere una cosa bella, in realtà ho un piede in tutte e due le staffe!

Posso chiederti il titolo di un cartone animato, fra i vari, che tu apprezzi di più?

Be’ io ho tanti amori ma te ne dico un paio: Totoro di Miyazaki e come già ti dicevo io amo molto Dezaki, autore di Lady Oscar e Black Jack. Lui ha davvero inventato il linguaggio espressionista del cartone giapponese: è lo Shakespeare dell’animazione giapponese.

INFO

Mani Rosse
di Francesco Filippi
Prodotto da Sattva Films

Per rimanere aggiornati sulla data di uscita ufficiale:
www.facebook.com/pg/manirossefilm

In attesa dell’anteprima prevista per autunno 2018 segnaliamo che Francesco Filippi sarà presente al Future Film Festival di Bologna dove illustrerà al pubblico i dietro le quinte della pellicola nel seguente appuntamento:

Workshop: La sfida della stop-motion. Arte, tecnica e materiali del film Mani Rosse
Teoria, analisi della produzione e dimostrazioni pratiche con l’animatore e pluri-premiato regista Francesco Filippi.
Il workshop si terrà presso Accademia delle Belle Arti Giovedì 31 maggio e venerdì 1 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17. Tutti i dettagli qui

CURIOSITÀ

Per realizzare “Ernesto” il pupazzo prototipo del film, si è ricorsi alla competenza dell’inglese John Craney  — curatore gli effetti speciali della trilogia de “Il Signore degli anelli” — che ha formato una squadra in grado poi di realizzare i pupazzi utilizzati. Il prototipo di Ernesto, dice Francesco Filippi, costa “come un’automobile di buon livello”. Questa è stata la prima volta che in Italia si sono realizzati pupazzi come questi.

Creare un film in stop-motion significa lavorare tantissimo: se tutto va bene in una giornata di lavoro si possono realizzare da mezzo – se la scena è difficile – a un secondo di filmato!

Mani Rosse

 

 

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