La storia vera (o quasi) di Babbo Natale Santa Klaus, San Nicola, Father Christmas, Père Nöel, Babbo Natale. Tanti nomi ma un'unica figura dispensatrice di doni. Una leggenda intrisa di storia e una storia intrisa di leggenda

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Santa Claus / Babbo Natale

SPECIALE NATALE – Santa Claus o Babbo Natale, chi era davvero costui? Una storia antica che si perde nella notte dei tempi e si intreccia a mille leggende pur rimanendo sempre attuale. Col Natale alle porte siamo andati alla ricerca delle sue origini, per scoprire da dove viene e sopratutto come mai è così popolare.

Dapprincipio era un vescovo e si chiamava Nicolaus o Nicola. La sua storia ebbe inizio a Pàtara di Licia, in Asia Minore, nell’odierna Turchia. Lì viveva un giovane che si diceva fosse ricchissimo, i genitori l’avevano lasciato orfano ma in compagnia di una cospicua eredità. Di lui si diceva anche che fosse gentile e caritevole. Aveva la prerogativa di contribuire al benessere delle persone in difficoltà lasciando loro piccoli doni che depositava in gran segreto, non volendo comparire come il diretto benefattore. Le leggende al suo riguardo sono davvero tante e forse si sprecano, ma pur comunque esistono. Oltre ad essere riconosciuto come protettore dei bambini, Nicolaus era parimente il protettore dei marinai.

La leggenda narra che Nicolaus, trasferitosi a Mira, vi restò fintantoché fu esiliato e in seguito alle persecuzioni da parte dell’imperatore Diocleziano, rinchiuso in prigione. Non si sa per certo quando morì, si dice però che ciò sia avvenuto il 6 dicembre, tra il 345 e il 352. È il 6 dicembre infatti che in molti Paesi lo si ricorda.

Nel 1087 le ossa del santo vennero rubate da alcuni mercanti italiani che, dalla Turchia, le portarono con loro fino a Bari. Tuttora i resti del santo sono conservati nella basilica di San Nicola a lui dedicata. È usanza fra i marinai baresi il giorno di San Nicola, il 6 dicembre, portare la statua del santo fuori dalla cattedrale per condurla in processione di fronte al mare così che possa benedire le acque e auspicare viaggi sicuri durante tutto l’anno.

Si dice che nel 1066 William The Conqueror, da noi noto come Guglielmo il Conquistatore, allorché si apprestava a conquistare l’Inghilterra si rivolgesse al santo per assicurarsi la sua protezione. E a quanto pare il santo non si fece pregare inutilmente, visto che gli esiti della battaglia di Hastings si rivelarono completamente a suo favore.

Nel Cinquecento, a seguito della riforma protestante, la fortuna di Nicolaus andò per così dire scemando. Il santo divenne via via sempre più impopolare fino a scomparire del tutto o quasi dall’immaginario collettivo. Eppure qualcuno doveva pur continuare a portare doni ai bambini. Fu così che, soprattutto in Inghilterra e nel nord Europa, Nicolaus venne in un certo senso riabilitato: nella maggioranza dei casi con il nome di “Father Christmas” (Babbo Natale) o “Old Man Christmas” (Il Vecchio di Natale), andando a confondersi con un antico personaggio di cui si trova traccia in alcune storie del medioevo, mentre in alcuni paesi come l’Austria e la Germania apparirà “Christkind”, l’equivalente del nostro Gesù Bambino, un dispensatore di doni ben diverso dal vecchio santo in quanto molto più giovane di lui. L’iconografia tradizionale ce lo mostra come un bambino biondo, dall’aspetto angelico, provvisto di ali, il simbolo del neonato Gesù per l’appunto.

I primi colonizzatori americani chiamavano Gesù Bambino “Kris Kringle”. Tra questi gli emigranti olandesi che, portando oltre oceano le proprie tradizioni e le antiche storie legate a Kris Kringle e Saint Nicholas, sapranno fonderle in un’unica figura. Negli USA le prime tracce di Santa Claus risalgono infatti alla fine del Settecento, precisamente al 1773-74, data in cui alcuni giornali americani riferiscono di famiglie olandesi che, stabilitesi a New York, si riuniscono per celebrare l’anniversario della morte di San Nicholas – in olandese Sint Nikolaas, che abbreviato in SinterKlaas diverrà poi successivamente, in inglese americano, “Santa Claus”.

In Inghilterra intanto, durante l’età vittoriana, Saint Nicholas ritornò per così dire in auge e questo perché poeti e scrittori andavano riscoprendo le vecchie storie che lo riguardavano e ne prendevano spunto per le loro opere.

Ma il tassello fondamentale nello sviluppo della moderna figura di Babbo Natale (o Santa Claus che dir si voglia), è un poemetto pubblicato anonimo sulle pagine del New York Times nel 1823, “A visit from St.Nicholas”, noto anche come “‘T was the Night before Christmas”.
Di paternità incerta, attribuito da alcuni a Clement Clarke Moore e da altri a H. Livingston jr., da cui Moore lo avrebbe consapevolmente o inconsapevolmente ripreso, l’opera sposta per la prima volta la data della visita del “portatore di doni” dal 6 dicembre, giorno dedicato a San Nicola, al 24-25 dicembre, cioè alla notte della vigilia di Natale, contribuendo così a separare definitivamente le due figure.

Curiosità: nel poema ci viene narrata inoltre per la prima volta la storia delle otto renne dai nomi tanto particolari, che nel 1949 la ballata popolare “Rudolph the Red nosed Reindeer”, prendendo ispirazione dal testo, renderà celebri in tutto il mondo.

Il 6 dicembre tuttora San Nicola viene ricordato in molti paesi europei. Nel nord Europa e in Olanda i bambini appendono ancora oggi le calze o lasciano gli zoccoli sui davanzali la notte del 5 dicembre perché vengano riempiti di doni. Ma è la notte della vigilia che Santa Claus, alias Babbo Natale, riveste un ruolo fondamentale e unanimemente riconosciuto in tutti i paesi per così dire “occidentali”.

La figura iconica di Santa Claus arriva insomma da molto lontano, e non solo spazialmente parlando, visto che per giungere fino a noi ha attraversato tra alterne fortune secoli di storia e un numero incalcolabile di leggende e culture differenti. Vero è comunque che fra leggende, miti, storia, allegorie, pubblicità (eh sì, la figura di Babbo natale è entrata a far parte dell’immaginario collettivo anche grazie a questo, perché aiuta a vendere) l’immagine bonaria del buon vecchio con la barba bianca, dall’aspetto rubicondo e la cui generosità premia i bambini buoni, è una delle figure più positive e rassicuranti che ognuno di noi porta dentro di sé dall’infanzia fino all’età adulta.

 

 

 

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