È di Banksy a Betlemme il presepe più originale (e discusso) dell’anno. Con vista muro

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Banksy, natività (Scar of Betlehem) - Walled Off Hotel, 2019

BETLEMME – Fa discutere ma soprattutto riflettere, come sempre, l’arte di Banksy, che dopo il murales che ha trasformato la panchina (reale) di un clochard a Birmingham nella slitta di Babbo Natale, dà voce all’Epifania con una altrettanto controversa raffigurazione della natività, collocata questa volta nel suo Art Hotel di Betlemme, a due passi dal muro che divide Israele dalla Palestina.

Si intitola “Scar of Bethlehem” (cicatrice di Betlemme) la nuova opera di Banksy raffigurante la natività e destinata a far discutere ben oltre il Natale e l’Epifania. Il noto street artist inglese ha reso nota la sua ultima realizzazione pubblicandola come di consueto con un post su Instagram, da dove la foto ha poi fatto il giro del mondo rimbalzando sui social e sulle principali testate giornalistiche internazionali.

Nella nuova opera un piccolo presepe raffigura i classici Giuseppe e Maria che, come da tradizione, assieme al Bue e all’Asinello si stringono attorno al bambin Gesù appena nato. Dietro di loro incombe però un’inconsueto fondale: al posto della grotta e della tradizionale stella cometa campeggiano infatti cinque alte lastre di cemento armato, un muro livido ed eloquente che contrasta come un pugno nello stomaco con il canonico quintetto.

In alto, al centro del muro, il foro causato dall’esplosione di una granata sostituisce la tradizionale stella cometa e lascia filtrare un paradossale barlume di luce, mentre tutt’attorno alcuni frammenti e schegge assumono le sembianze di minuscole stelle scure.

SCAR OF BEHTLEHEM, IL MESSAGGIO

Come in tutte le opere di Banksy un vertiginoso caleidoscopio di visioni, tutte ugualmente destabilizzanti, strizza l’occhio all’osservatore, denunciando falsità, ingiustizie e sfidando l’ipocrisia del mondo contemporaneo.

Dai muri esistenti a quelli virtuali, da quelli già crollati a quelli in corso di erezione, le lastre di cemento di questo piccolo presepe non risparmiano niente e nessuno, evocando col loro profilo irregolare non solo la classica grotta e la volta stellata ma anche le sembianze di una chiesa, rigida e pietrificata, su cui lo squarcio/cometa della granata sfuma in un gigantesco rosone, mandato in frantumi (o generato) dalla stessa esplosione.

Né l’arte, compresa quella di strada, ne esce come al solito con esiti migliori. Sbiaditi graffiti e scritte inneggianti alla pace avvolgono la natività in triste parata – “Love” and “Paix” i testi più leggibili – mescolandosi ironicamente col profilo di un teschio stilizzato, che ammicca sulla sinistra di Maria di fianco all’asinello.

Una macchia di vernice bianca illumina per contro la scena sulla destra, senza che sia dato capire se si tratti di un’altro beffardo rimando alla cometa, anch’essa decisamente sbiadita, o piuttosto del brillio di una nuova granata.

Banksy, muro di Gaza - murales
SOPRA: una delle immagini a tema natalizio presenti sul muro di Gaza, a due passi del Walled Off Hotel di Banksy, a partire dal quale l’artista organizza pacifiche incursioni “pittoriche” assieme ai turisti in visita alla sua struttura (Photo Credits: Paolo Prezioso, dicembre 2019 – Betlemme).

Scar of Bethlehem è visibile dal 21 dicembre 2019 presso l’entrata del Walled Off Hotel, il resort-museo provocatoriamente aperto dallo stesso Banksy nel 2017 a due passi dal muro che divide Israele dai territori Palestinesi.

Il 2019 DI BANKSY

Tra la vasta produzione di opere realizzate da Banksy nel 2019 ricordiamo:

Il murales realizzato in occasione dell’ultima Biennale di Venezia, a cui Banksy ha spesso rimproverato di non averlo mai invitato. L’opera (foto sotto) raffigura un profugo-bambino appena sbarcato, con ancora indosso il giubbotto salvagente e con in mano un iconico razzo segnaletico, il cui fumo fluorescente viene disperso da un vento impetuoso.

Per ironia della sorte, se non per calcolo dell’artista come spesso accade nelle opere di Banksy, l’orgoglioso segno di vittoria del piccolo naufrago affonda letteralmente nella laguna ogni qual volta si verifica il fenomeno dell’acqua altra, e porterà presumibilmente, complice il riscaldamento del pianeta, alla sua cancellazione.

Banksy, profugo-bambino con in mano un razzo segnaletico (biennale di Venezia 2019 / unofficial)

Banksy, profugo-bambino con in mano un razzo segnaletico (biennale di Venezia 2019 / unofficial)
Piccoli profughi. Ph. Courtesy Banksy – www.banksy.co.uk

All’opera di cui sopra, comparsa in sordina durante la Biennale, se ne era affiancata poi un’altra, sempre a Venezia e sempre nello stesso periodo.

Nel cuore della laguna l’artista ha infatti anche allestito, in chiave goliardico-situazionista, un originale banchetto in cui esponeva quadri raffiguranti il fenomeno delle grandi navi da crociera in transito a due passi dal litorale, prassi che da tempo contribuisce a destabilizzare il precario ecosistema della laguna. La performance rimanda ovviamente a più vaste pratiche di scempio del pianeta, non ultima la spettacolarizzazione indiscriminata di un turismo globale che finisce per distruggere gli stessi luoghi che eleva a proprie mete.

Banksy, Navi a Venezia - intervento (unofficial) alla Biennale 2019
Navi a Venezia. Ph. Courtesy Banksy – www.banksy.co.uk

Il 9 dicembre Bansky ci regala poi, complice un più o meno occasionale clochard di Birmingham, la sua prima opera situazionista a tema Natale del 2019, “God bless Birmingham”.

Al murales, che trasforma provocatoriamente la panchina di un senzatetto nella slitta di Babbo Natale, ha fatto eco un video postato dallo stesso Banksy sul suo profilo social in cui l’intera scena viene ironicamente animata e trasformata nella scenografia di un inedito spot natalizio di denuncia sociale.

Il focus è ovviamente sulle condizioni dei senzatetto, umanità invisibile relegata ai livelli più bassi della scala sociale, spinta se possibile ancora più ai margini dal consumismo sfrenato del clima festivo.

Chiude degnamente il 2019 l’opera Scar of Bethlehem, rivisitazione natalizia della natività, visibile dal 21 dicembre 2019 presso l’entrata del Walled Off Hotel, il resort-museo di proprietà dell’artista con vista sul muro che dal 2002 divide Israele dai territori palestinesi.

WALLED OFF HOTEL, L’ART RESORT DI BANKSY CON VISTA MURO

L’Art Hotel, dotato di ogni confort, offre stanze per tutte le tasche: da quelle da 30 euro in stile dormitorio, arredate con oggettistica e mobilio provenienti da una vera caserma israeliana opportunamente adattati; fino alla spettacolare suite presidenziale, da 965 euro, allestita – come la maggior parte delle camere e delle zone comuni dell’Hotel – in un misto di stile coloniale britannico e design contemporaneo, impreziosita da opere a parete realizzate a mano dello stesso Banksy. Oltre che disseminata di oggettistica a tema progettata anch’essa da Banksy in persona ma commissionate ad una rete di artigiani locali.

L’Hotel è dotato al suo interno di un museo permanente, di una galleria di opere varie, di un gift shop ed è aperto e visitabile in orari definiti anche ai non residenti.

Per chi decide di soggiornarvi è richiesta una cauzione di 1000 euro, obolo temporaneo e a ben guardare nemmeno troppo esoso, visto il valore esorbitante e le quotazioni delle opere in esso inserite a titolo di arredo.

INFO

Walled Off Hotel
182 Caritas Street, Bethlehem, Palestine
walledoffhotel.com

EMAIL – reception@walledoffhotel.com

www.banksy.co.uk

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Classe '63, consulente di Marketing e Comunicazione sui canali digitali, è appassionata di cinema, fantascienza, arte, musica e spettacolo, con particolare riferimento a tutto ciò che contamina massivamente e in forma inestricabile quanto appena elencato sopra. Accanita consumatrice di serie TV, B-Movie, Urania, fantascienza e musicalmente fuori dagli schemi. Ama la neve, lo snowboard, il golf e le sfide. Digital addicted. Odia i percorsi lineari, la mancanza di fantasia e i bunker. Incidenti di percorso: Laurea in Lingua e Letteratura Anglo-Americana, Diploma di tecnico-progettista di Ipertesti, Master in Marketing, Comunicazione e Nuove Tecnologie con approfondimenti di semiotica applicata alla Comunicazione Pubblicitaria e al Marketing Digitale.

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