“Illustri persuasioni. La Belle Epoque”. I capolavori pubblicitari della Collezione Salce in mostra a Treviso La Belle Epoque raccontata dalle illustrazioni pubblicitarie realizzate a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Una mostra che ci riporta indietro nel tempo all'epoca d'oro della pubblicità, primo di una serie di momenti espositivi che dopo "La Bella Epoque" proporrà al pubblico "L'arte pubblicitaria tra le due guerre" e infine "La pubblicità dal secondo dopoguerra al 1962". Visitabile fino al 1° ottobre 2017

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Bella Epoque

TREVISO – È stata prorogata fino al 1 ottobre 2017 “Illustri Persuasioni. La Bella Epoque”, la mostra inaugurale con la quale il 27 maggio scorso ha aperto al pubblico Il Museo Nazionale Collezione Salce, primo polo museale italiano dedicato alla pubblicità. Il museo, nel quale sono conservati i grandi capolavori di grafica pubblicitaria della collezione omonima, non ha configurazione permanente e i capolavori in esso custoditi saranno esposti a rotazione nell’ambito di mostre temporanee di carattere monografico o tematico.

La Collezione Salce è una delle più ricche raccolte di opere dedicate all’illustrazione pubblicitaria d’Europa. Un lascito importante che Nando Salce ha consegnato allo Stato Italiano “perché serva a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche”.

Iniziata nel 1895 ad opera dello stesso Salce, la raccolta ebbe una brusca battuta di arresto nel 1962 per la scomparsa del suo fautore, non prima però di aver raggiunto la ragguardevole vetta numerica di oltre 25.000 pezzi. Moltissimi i capolavori presenti all’interno dell’imponente collezione.

Il progetto inaugurale del museo prevede, sotto il comune denominatore di “Illustri Persuasioni”, un primo evento espositivo dedicato alla Belle Epoque, aperto al pubblico fino al 1° ottobre, a cui faranno seguito nell’arco di poco meno di un anno altre due mostre a tema: “L’arte della pubblicità tra le due guerre” e “La pubblicità dal secondo dopoguerra al 1962”. Circa trecento pezzi totali che in una sorta di antologia grafico-pubblicitaria della nutrita Collezione, verranno messi in mostra secondo i criteri cronologici stabiliti da Nando Salce stesso, la cui appassionata e intensa attività di collezionista si spese nell’arco di un’intera vita.

La Belle Epoque  autentica âge d’or della cartellonistica, oggetto della presente mostra – fu un vero e proprio momento di gloria vissuto in Europa tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e protrattosi fino allo scoppio della Grande Guerra, che ne decretò la fine. Questo trentennio è ricordato come un periodo storico tra i più ferventi e innovativi dell’età moderna.  Sono gli anni del positivismo, della piena fiducia nella scienza e nel progresso, sono anni di pace, di scoperte e di smaccato ottimismo. Grandi trasformazioni, accompagnate da una consistente crescita demografica, caratterizzano questi anni d’oro che vedono succedersi grandi cambiamenti sia di carattere urbanistico che di costume.

Sarà durante la Belle Epoque che si avvicenderanno le imponenti Esposizioni Universali, l’architettura si farà più ardita e impiegherà con spavalda abbondanza materiali come il vetro e il ferro, realizzando serre monumentali e grandi stazioni le cui reti ferroviarie vennero notevolmente ampliate. Non è un caso che la ferrea  Tour Eiffel  sia stata progettata in quest’età felice. In questi anni vedranno la luce la bicicletta, l’automobile, la luce elettrica, il cabaret, la pastorizzazione, ma anche l’assenzio, e alla gioiosa effervescenza dello champagne saranno dedicate opere a dir poco straordinarie dagli illustratori più raffinati del periodo. Questa inoltre è stata l’età dell’oro della grande profumeria: Coty, Guerlain, Caron solo per menzionare marchi noti e tutt’ora in produzione. La Belle Epoque fu un periodo che nonostante le oggettive disparità sociali ha saputo esaltare la joie de vivre come mai prima era accaduto e mai più sicuramente dopo di allora sarebbe successo. Un’epoca in cui, come ebbe a dire Marcello Dudovich, uno dei più insigni artisti del tempo, “non si poteva non avere fiducia nell’avvenire”.

Proprio quest’epoca, con la sua crescita demografica e la sua pulsione al consumo, ha rappresentato l’età d’oro del cartellonismo. Grandi immagini colorate, rese possibili dalle nuove tecniche litografiche, tappezzavano allegramente i muri delle città. Un sistema unico ed economico insieme per raggiungere il più ampio ed eterogeneo pubblico possibile. I manifesti, dialogando con il passante, divennero la sintesi organica tra parola e immagine, combinandosi – testi e figure – in un nuovo e armonioso unicum. La comunicazione, resa efficace ed immediata, garantiva al messaggio di giungere subito al destinatario.

Tutte le mattine correvo alla colonna Morris per vedere gli spettacoli che annunciava. Nulla era più disinteressato e più felice dei sogni offerti alla mia fantasia da ogni lavoro teatrale annunciato, e che erano condizionati a un tempo dalle immagini inseparabili delle parole che componevano il titolo ed anche dal colore dei cartelloni ancor umidi e gonfi di colla su cui questo spiccava.
(M. Proust, La strada di Swann in “Alla ricerca del tempo perduto”)

In  mostra sono presenti i grandi cartelloni pubblicitari da strada, esposti insieme ad altri di differenti dimensioni ma anch’essi di notevole qualità artistica, come ad esempio le straordinarie pattinatrici di Jules Chéret, le ballerine di Leonetto Cappiello, le auree e preziose figure di Alfons Mucha, le dame alla moda di Terzi, di Villa, di Mazza. Non mancano ovviamente  le opere dei padri della cartellonistica italiana, fra i quali il già citato Marcello Dudovich, le cui creazioni erano caratterizzate da uno stile geometrico e meno incline alla pesantezza floreale, tipica della Belle Epoque. In questo filone si inseriscono illustratori di pregio come Leopoldo MetlicovitzGiovanni Maria Mataloni, autore di quell’Incandescenza Auer che diede vita alla collezione Salce.

Accanto ad opere francesi e italiane, ci saranno anche capolavori della Secessione Viennese, da Kolo Moser ad Alfred Roller, e le declinazioni italiane di Magrini, Anichini, Bonazza.

Per la prima volta, oltre ai manifesti di grande dimensione, saranno esposte opere di formati diversi, già presenti nella Collezione, come calendari, locandine, latte serigrafate. Accanto ad esse sarà proposta una selezione di foto storiche attraverso la quale ricostruire i fasti di un’epoca straordinaria che a distanza di ormai un secolo non ha perso il suo allure.

Un’epoca che si è inabissata insieme al Titanic, emblema del progresso e ultimo dei suoi più eclatanti simboli, colato a picco la notte tra il 14 e il 15 Aprile 1912, precedendo di poco lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

INFO
Museo Nazionale Collezione Salce
Orari di apertura:
Dal Giovedì alla  Domenica dalle  10.00 alle 18.00
Venerdì dalle 10.00 alle 21.00
Via Carlo Alberto 31 31100 Treviso, Italia
www.collezionesalce.beniculturali.it
collezionesalce@beniculturali.it
tel. 0422 591936

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