Tutta Parma in una bottiglia con la Malvasia dei Colli di Parma Doc L'intensità del suo profumo evoca mille racconti, quelli dei contadini che ne custodiscono il segreto. La Malvasia si caratterizza per le sue sfaccettate declinazioni sia quella di Candia Aromatica o quella delle corti rinascimentali, senza dimenticare la Malvasia dell’osteria della famiglia di Giuseppe Verdi. Vino aristocratico e rustico al contempo, riscopriamola insieme agli altri prodotti di Parma, capitale della Food Valley, visitando le cantine ed entrando in contatto con i produttori in occasione del prossimo Festival della Malvasia di Sala Baganza, dal 19 al 21 maggio

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PARMA – In principio era il profumo, anzi lo è ancora. Intensamente fruttato, è come una firma, il segno inconfutabile che quel nettare biondo oscillante nel calice è il vero Malvasia dei Colli di Parma. Semmai esista un vino in grado di esprimere il carattere parmigiano è sicuramente questo: aristocratico ma dall’anima contadina – è pur sempre un emiliano – discreto ma di grande carattere. Un tesoro che merita davvero un tour nelle terre della Malvasia, sui colli di Parma, e in particolare a Maiatico, Val Baganza, Arola, Val di Parma e attorno al castello di Torrechiara. Nel parmense è il territorio che fa il vino, ma al tempo stesso è innegabile che il vino fa pure il territorio, poiché è lui che lo modella, rivestendo in guisa di vigna quelle dolci colline destinate a coprirsi di tralci d’uva, capaci di dare forma a un paesaggio davvero unico. L’ospitalità emiliana che non viene mai meno si tocca con mano far saltare il tappo di una bottiglia  è il gesto di benvenuto per eccellenza, un modo rapido di creare  una corrente di simpatia e di desiderio di condivisione. E qui di bottiglie se ne stappano davvero tante, anzi, si farà molto di più con l’apertura delle porte delle cantine ai visitatori. In occasione del  Festival della Malvasia di Sala Baganza, che per tre giorni, dal 19 al 21 maggio, animerà il borgo.

Durante l’anno le principali aziende vinicole, spesso a conduzione familiare, accolgono e guidano il visitatore alla scoperta della Malvasia Doc, grazie ai tour di Tastybus (partenza ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì dallo IAT di Piazza Garibaldi) ospitando degustazioni guidate per gruppi grandi e piccoli, nelle cantine e tra i filari, abbinando la Malvasia ai prodotti locali e creando occasioni di incontro con chi il vino lo produce lavorando tutto l’anno, seguendo il ritmo delle stagioni.

Vino festoso e di compagnia, la Malvasia, nelle versioni secca, ferma o frizzante, esalta i sapori tipici del territorio, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, dai tortelli di erbetta alle torte tradizionali. Il segreto è alla radice, letteralmente: l’unicità di questo prodotto dipende dall’antico vitigno a bacca bianca, la Malvasia di Candia Aromatica, originaria dell’Isola di Creta, importata dai veneziani intorno al tredicesimo secolo. Qui, tra suoli ricchi d’argilla e clima temperato, ha trovato il luogo migliore dove crescere e portare a maturazione i grappoli dorati. Ma il ceppo non basta, serve tutta la sapienza del produttore per trasformarlo in Malvasia Doc. C’è chi ha ereditato i terreni dai nonni, e ha imparato i gesti antichi, i mestieri della tradizione, e chi riscopre antichi vitigni dimenticati, chi sperimenta tecniche di lotta integrata. In ogni bottiglia è custodita una storia fatta di generazioni di vignaioli e produttori, che perpetuano un rituale che nasce nelle vigne e si affina nelle cantine. Questa è una terra dove “si pensa con le mani”, nel senso che si dà forma, attraverso il lavoro concreto, all’arte e alla poesia del fare bene, e quindi – siamo nella Food Valley – del bere bene e del mangiare bene.

Perché a Parma – Città Creativa per la Gastronomia UNESCO – il cibo è cultura, e vale anche per la Malvasia. Ospite fisso nei banchetti rinascimentali, questo vino ha trovato posto alla tavola di Federico II, dei Farnese e dei Borbone, ha deliziato Maria Luigia d’Austria, amata Duchessa di Parma, che ne teneva sempre alcune botti nelle cantine, e ha viaggiato in direzione di Caprera con Garibaldi, che se ne innamorò dopo averlo assaggiato in visita. La leggenda vuole che il padre di Giuseppe Verdi, proprietario di una piccola osteria a Roncole di Busseto – nel cuore del territorio – avesse brindato alla nascita del futuro compositore con una bottiglia – o forse più di una – di Malvasia. Lo stesso Giuseppe Verdi si dice che trovasse una fonte di conforto e ispirazione preparandosi un singolare “cocktail” di Malvasia e uovo fresco, secondo l’uso contadino.

Questa e altre storie antiche e moderne saranno protagoniste del Festival della Malvasia di Sala Baganza, un weekend nel verde da vivere con gli amici e in famiglia, dal 19 al 21 maggio: artigiani vitivinicoli, ma anche norcini, pasticceri, casari incontreranno il pubblico e proporranno le loro specialità. Il centro storico si animerà di eventi, spettacoli e tour di degustazioni. Tra gli eventi clou, la cena itinerante del sabato sera, la “MagnaRocca”, un percorso alla scoperta dei vini delle cantine dei Colli di Parma abbinati ai piatti tipici della Food Valley. E proprio sabato, in concomitanza con la tappa, a Parma, della storica Millemiglia, una speciale navetta collegherà il centro cittadino a Sala Baganza, con partenza la mattina e ritorno a Parma nel primo pomeriggio, in tempo per ammirare i piloti della mitica corsa per auto storiche arrivare al traguardo. Il Giardino farnesiano ospiterà invece il Mercato del Gusto, con stand e attività, dai cooking show ai laboratori per adulti e bambini. Immancabili, il tour della Malvasia in mountain bike e il trenino Enotour che propone un piacevole itinerario nei suggestivi boschi di Carrega.

 

 

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