Dai Romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne Alte vette, ghiacciai, cieli, silenzio e pittura. Inaugurata a Padova il 22 gennaio rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno la grande mostra: "Dai Romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne". 75 le opere in mostra

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1956
Caspar David Friedrich - Le bianche scogliere di Dover

PADOVA — Aperta al Centro San Gaetano fino al 5 giugno la mostra Dai Romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. La mostra offre la rara occasione di ammirare i capolavori della Fondazione Oskar Reinhart, raramente usciti dalla confederazione elvetica, e mai comunque negli ultimi 30 anni.

Sono ben settantacinque le opere dalla Fondazione Oskar Reinhart che aprono il grande progetto Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento, una sequenza di grandi esposizioni elaborate da Marco Goldin per dar conto del vasto scenario storico-artistico che ha accompagnato l’evoluzione della pittura in Europa lungo tutto il corso del XIX e parte del XX secolo. Le esposizioni, di cui Dai Romantici a Segantini, aperta a Padova tra il 22 gennaio e il 5 giugno, non è che il primo imperdibile capitolo inaugurale, si articoleranno secondo una divisione nazionale e per aree contigue. Si parte dal romanticismo in Germania, con i suoi esponenti maggiori (da Friedrich a Runge, da Dahl a Kersting), passando per il naturalismo svizzero e il mito del viaggio in Italia, per arrivare fino all’impressionismo, trionfale ingresso nel colore nuovo della modernità.

DAI ROMANTICI A SEGANTINI. LA MOSTRA

Sono sette le sezioni tematiche che, cronologicamente dispiegate lungo lo svolgersi dei decenni, consentono al visitatore di “appropriarsi” dell’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento. Al centro, idealmente, il focus è sulla celeberrima tela Le bianche scogliere di Rügen, inarrivabileindiscusso capolavoro di Caspar David Friedrich, che da solo varrebbe ampiamente la visita.

dai romantici a segantini
Ferdinand Hodler, Il massiccio Jungfrau da Mürren, 1911, olio su tela, cm 88.5 x 66 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

La prima sezione, Di acque, prati e montagne, ci immerge nelle opere del naturalismo svizzero attraverso i paesaggi alpini di Caspar Wolf e la natura viva di Calame e Menn.

La seconda sezione, Il lume della luna e altre storie, forse la più importante, è dedicata al romanticismo in Germania, e comprende il già citato celeberrimo capolavoro di Caspar David Friedrich Le bianche scogliere di Rügen.

La terza sezione, Lazzurro del cielo e il lago, presenta un numero più ridotto di opere e vuole dar conto di un momento di transito nel nuovo paesaggio tedesco, che succede al romanticismo e si avvia verso l’impressionismo. Il pensiero di Waldmüller, austriaco di nascita secondo il quale solo nella natura si può trovare la verità e la bellezza del creato, è ben testimoniata dai suoi paesaggi ed influenzò altri artisti del periodo.

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Ferdinand Hodler, Il massiccio Jungfrau da Mürren, 1911, olio su tela, cm 88.5 x 66 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

La quarta sezione, LItalia, la mitologia e il viaggio, racconta di come nel XIX secolo un’arte idealista continuasse a manifestarsi accanto al realismo, sorretta dall’interesse per gli ideali classici anche attraverso l’esperienza di nuove dimensioni umane legate alla psicologia.

Nella quinta sezione, Lo sguardo e il mistero del silenzio, troviamo l’arte svizzera con le opere di Albert Anker, il più popolare tra gli artisti svizzeri prima di Hodler, che visse a Parigi nel pieno della rivoluzione impressionista e non potè non esserne influenzato.

Ovviamente l’influenza dell’impressionismo francese agisce anche in Germania, e lo troviamo illustrato nella sesta sezione, Il racconto della vita. Dal realismo allimpressionismo in Germania. L’ultima sezione è la più ampia nel numero delle opere ed è un ingresso trionfale dentro la modernità e il suo colore nuovo.

Segantini, Amiet, Hodler e Giovanni Giacometti rappresentano la montagna con tutto il suo fascino. Leggendo le lettere di Segantini possiamo trovare la descrizione di paesaggi fedelmente riprodotti nelle sue opere che ci tolgono il respiro con la loro bellezza immutata oggi come lo era allora.

COLLEZIONE REINHART. UN PO’ DI STORIA

Oskar Reinhart (1885 – 1965) cresce in una ricca famiglia di mercanti nella quale il collezionismo occupa un posto importante. Fu proprio Theodor, padre di Oskar, il capostipite degli amanti dell’arte; oltre ad acquistare opere d’arte, Theodor Reinhart fu anche patrono di alcuni artisti, tra i quali Ferdinand Hodler, uno dei nomi più significativi in Europa a cavallo tra i due secoli. Theodor Reinhart affermava che l’arte dovesse essere accessibile a tutti, anche a coloro che non avevano il denaro per acquistare opere. Questa idea fu di esempio per tutti i figli: George, il maggiore, che divenne collezionista di arte europea e asiatica, Hans che fu poeta e promosse letteratura e teatro e Werner, che fu assistente di grandi musicisti come Stravinsky, Schönberg, Webern, Hindemith. Quest’ultimo offrì tra l’altro a Rainer Maria Rilke l’ultima casa della sua vita, Château Muzot nel Canton Vallese.

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Ferdinand Hodler, Il massiccio Jungfrau da Mürren, 1911, olio su tela, cm 88.5 x 66 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

L’educazione ricevuta in un ambiente tanto stimolante fecero di Oskar un collezionista illuminato, orientato non tanto alla speculazione economica quanto a coltivare la passione ereditata dal padre. Nel 1924, a 39 anni, Oskar lascia il lavoro per dedicarsi completamente alla sua collezione. Acquista un luogo dove esporla e, fedele al motto del padre, afferma di volerla aprire al pubblico. La Fondazione Oskar Reinhart aprirà ufficialmente nel gennaio 1951, con una selezione delle opere raccolte. L’allestimento delle sale, all’interno delle quali sono collocati i dipinti, rispecchia lo stile delle epoche da cui giungono i dipinti stessi, che sono circa 600, cui si aggiungono oltre 7000 opere su carta, tutte di artisti svizzeri, tedeschi e austriaci. Cinque anni dopo la morte di Oskar Reinhart, nel 1970, fu aperta anche la sede “Am Römerholz”, dedicata all’arte francese.

Oskar Reinhart rivolse la propria attenzione soprattuto ai pittori francesi, da Poussin a Chardin fino a Van Gogh e Cézanne. Egli però prediligeva quello che definiva «il contenuto poetico ed emozionale» al semplice virtuosismo pittorico. Per questo gli impressionisti non sono molto presenti. Si interessò anche a pittori tedeschi quali Friedrich, e poi Runge, Dahl e Kersting, e altri il cui merito è stato riconosciuto più di recente, tra i quali Von Marées, Leibl e Thoma.

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Caspar David Friedrich, Donna sulla spiaggia di Rügen, 1818, circa olio su tela, cm 21.5 x 30 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Reinhart cercò spesso opere che illustrassero gli esordi dei pittori e le loro idee più spontanee, ad esempio gli studi preparatori e le versioni preliminari, poiché desiderava conoscere le ricerche iniziali degli artisti, per comprenderne i motivi fin dal principio. Anche quando acquistava opere di Van Gogh, Oskar Reinhart mostrava la sua inclinazione verso un’arte più legata al reale e alle sue manifestazioni. Egli ebbe anche il merito di riscoprire alcuni pittori svizzeri dimenticati come François Ferriere, Caspar Wolf, Friedrich Simon, Frédéric Dufaux e Daniel Ihly e fu il primo a considerare Wolf il più importante paesaggista svizzero del XVIII secolo.

Nella mostra Dai Romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne, realizzata a cura di Marco Goldin grazie a una collaborazione tra il Comune di Padova e Linea d’ombra, si potranno ammirare 75 opere della Fondazione esposte in 7 sezioni.

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Caspar Wolf, Veduta dal Bänisegg sul ghiacciaio inferiore del Grindelwald e sul massiccio del Fiescherhorn, 1774 olio su tela, cm 54 x 76 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

INFO

Dai Romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne
Dal 22 gennaio 2022 al 5 giugno 2022
Centro San Gaetano, via Altinate 71, Padova

ORARIO
Lunedì, dalle 10.00 alle 18.00
Mercoledì e Giovedì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00
Venerdì, dalle  10.00 alle 13.00 e  dalle 14.30 alle 20.00
Sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 20.00
Domenica, dalle 10.00 alle 13.00  e dalle 14.00 alle 19.30
(ultimo ingresso 70 minuti prima della chiusura)
Martedì chiuso
Biglietti: da 8 € a 22 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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