Odore di sujo. Il vertiginoso connubio di realtà e finzione di Alfio Giuffrida | INTERVISTA Uno sguardo impietoso su uno spaccato sociale corrotto e deviato. L'ipocrisia del potere e il potere dell'ipocrisia. Il denaro, la corruzione, i volti e le tante maschere di una politica alla deriva. La banalità del male, la superficialità, la violenza e l'assuefazione agli omicidi come fatti all'ordine del giorno. E poi rivoluzioni sociali fallite, storie di sconfitte ma anche di riscatto, colpi di scena che si susseguono in un plot intricato e mai banale. È "Odore di sujo" di Alfio Giuffrida, uscito per Il Seme Bianco Editore

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odore di sujo

Alfio Giuffrida, scrittore, meteorologo e giornalista, firma per Il Seme Bianco “Odore di sujo”, un romanzo da leggere tutto d’un fiato e che non risparmia al lettore gli aspetti più drammatici della nostra contemporaneità, dove imperano corruzione e avidità e dove in nome del denaro si calpesta chiunque. 

Un plot complesso ai limiti dell’inestricabile, che si dipana attraverso una narrazione serrata e che ricalca gli stilemi del giallo. Storie perfettamente verosimili che si intersecano con fatti ai limiti dell’assurdo e vedono come protagonisti i personaggi più disparati, esseri diversi che costituiscono un’umanità variegata e bizzarra. Dai loro incontri – o più spesso scontri – si diramano, come in una sorta di gioco di scatole cinesi, sempre nuove vicende. Esistenze che si intersecano creando interazioni destinate a distruggersi. Una trama intricata ai limiti del verosimile. Ma soprattutto avidità e corruzione, evocate da una copertina dai toni pastello su cui spiccano tagli di banconote sparse e un martelletto da giudice.

Nulla a ben guardare, in questo romanzo, è mai come sembra, o come l’autore vorrebbe farci credere. Il puzzle narrativo sembra a più riprese crollare, ma nel finale ogni tessera trova adeguata collocazione.

In bilico tra realtà e finzione, cronaca e romanzo, rimane un’unico mistero: dove inizia l’una e incomincia l’altro? Ne parliamo con l’autore Alfio Giuffrida.

*** INTERVISTA AD ALFIO GIUFFRIDA ***

È la vita che imita l’arte oppure è l’arte che imita la vita? Nel suo testo sembrerebbe più pregnante la seconda.

L’arte di scrivere può essere più cruenta di quella che i militari di tutte le nazioni usano per vincere le loro guerre. “Odore di sujo” vuole combattere una battaglia contro la corruzione dei politici che, da alcuni decenni, ha ucciso la gioia di vivere degli italiani. Fermiamoli! È la parola non detta ma ben evidenziata con il racconto dei crimini che un “onorevole” potrebbe commettere, grazie al carisma che la sua presenza incute nelle persone. Così un politico può diventare un capo mafia o addirittura un assassino che uccide con le proprie mani il suo migliore amico, oppure ha fretta di sbarazzarsi del corpo esanime della fidanzata, la cui presenza può decretare la fine della sua carriera. Il mio libro vincerà questa battaglia? Certamente da solo non può farcela nella impari lotta alla corruzione. Tuttavia è scritto in modo da indurci a ragionare mentre lo leggiamo e quindi in grado di accendere delle discussioni nei nostri salotti e scuotere alla base quell’enorme castello fatto di ipocrisia che oggi è la politica. Il mio libro è piccolo, quasi tascabile, ma è forte come la vita di un animale selvaggio, che combatte quotidianamente contro le forze della natura, tagliente come la lama di un samurai, determinato come un mulo. Non spetta a me, che ne sono l’autore, dire se sia “il migliore”, sarei sicuramente di parte, tuttavia penso proprio di poter affermare che “merita di essere letto”.

Realtà e finzione: quanto della prima è impressa e scorre nel Suo romanzo, e quanto della seconda? Ma soprattutto: quanto si intrecciano e quanto sono distinguibili l’una dall’altra?

Il Verismo Interattivo prevede che un romanzo sia proprio un intreccio tra finzione e realtà e che il lettore trovi difficoltà a distinguerle in modo certo. Indubbiamente il lettore ricorda bene di non aver mai letto su un giornale, o ascoltato nei vari telegiornali, di un ragazzo ucciso da un politico con una puntura letale. Eppure, dopo aver seguito la storia di Giorgio, può essere assalito da un dubbio: di medici che sono anche politici ce ne sono a iosa, se uno di essi si fosse trovato in quella situazione e avesse ucciso come è descritto nel libro, forse il fatto sarebbe passato inosservato e nessun giornalista avrebbe mai avuto il sospetto che proprio un onorevole potesse spingersi ad una azione così contraria al proprio ruolo. Se avesse giocato proprio sulla fiducia che la gente attribuisce alla persona che è stata eletta e avesse agito indisturbato nel suo piano criminale? Solo un politico potrebbe compiere un tale delitto ed essere sicuro, o quasi, di farla franca.

Se Lei dovesse dare un certificato di battesimo ad uno dei Suoi personaggi, rendendolo così reale e in ‘carne ed ossa’, a chi lo darebbe e per quale ragione?

Il personaggio chiave dei miei romanzi è sicuramente Alex, che tuttavia non è identificabile con nessuno, neanche con me stesso, come qualcuno ha detto, ma è un personaggio astratto. Non ha quindi un nome di battesimo e non lo avrà mai, ma è la parte migliore di ciascuno di noi. Lui racconta e insieme ragiona, come ha ben intuito e scritto il noto critico letterario Renato Minore. Lui innesca le discussioni, ma non ha la pretesa di risolverle perché è cosciente dei limiti umani e quindi anche dei propri. Lui vuole solo che se ne discuta, sarà la gente a giudicare, ognuno a modo suo, perché la realtà è composta dalle mille sfaccettature delle interpretazioni di ciascuno di noi.

Quando si è reso conto che una storia come questa andava raccontata?

“Odore di sujo” fa parte del Verismo Interattivo, in cui la cosa più importante è la morale che l’autore vuole dare ai suoi lettori. Per raggiungere questo scopo costruisce una storia attorno a dei fatti veri, facendola vivere al pubblico come se assistesse a un film. Diciamo quindi che mi sono reso conto che una storia sulla corruzione in politica andava raccontata quando mi sono accorto che, per usare le stesse parole del mio libro: Il problema è che quando in una cesta c’è una sola mela marcia si toglie quel frutto, ma le altre sono buone. Quando invece il marciume ormai è diffuso, è difficile distinguere i frutti avariati da quelli perfettamente sani e quelli che cominciano ad andare a male. Nel nostro sistema siamo in questa seconda situazione: per colpa di qualcuno non crediamo più a nessuno.

Dobbiamo quindi agire prima che effettivamente i politici approfittino del loro potere per diventare dei capi mafia, a cui si può rispondere solo con una azione tipo la rivoluzione francese.

“Verismo interattivo”. Ci spiega qualcosa di più su questa curiosa etichetta?

Il Verismo Interattivo è una nuova nuova corrente letteraria nata sulla scia dei libri di Dan Brown e lanciata da Alfio Giuffrida con il placet di Renato Minore. Ha regole semplici: 1) Il libro deve avere uno “scopo” da trasmettere al pubblico. 2) Deve partire da “fatti veri”, collegati da una trama inventata ma sempre ampiamente plausibile. 3) Deve proporre argomenti culturali o di attualità che possono essere approfonditi nei vari forum presenti in rete. Le caratteristiche di tale corrente sono spiegate diffusamente in un articolo di Chiara Paone pubblicato sulla rivista online mensile di cultura e scrittura Difarescrivere nel numero di settembre (ndr.: potete leggere l’analisi al seguente link: bottegaeditoriale.it/questionidieditoria.asp), mentre un esempio di forum lo trovate sulla rivista on line Scriptamanent (ndr.: link qui).

Il linguaggio dei Suoi personaggi è sempre estremamente corretto e quasi sempre ‘per bene’, anche quando sono i paria ad usarlo. Come mai questa scelta un po’ manierista e in quale rapporto possiamo collocarla con le aspirazioni “veriste” dell’opera?

Quando io ero alle scuole elementari si usava ancora il pennino con l’inchiostro messo in dei piccoli vasetti sistemati in appositi fori nella parte superiore del banco, oppure la penna stilografica. Forse pochi di voi lo ricorderanno. La mia prima biro risale alle scuole medie. Io sono rimasto affezionato al modo in cui si scrive con la penna stilografica, che ti costringe a ragionare nel frattempo che scrivi. E devi curare la calligrafia, altrimenti gli altri non capiranno ciò che hai scritto. Adesso si scrive con gli ausili linguistici presenti in tutti i pc e telefoni cellulari, che permettono di scrivere velocemente e senza pensare al lessico, producendo testi che sembrano prodotti in catena di montaggio e non permettono di comprendere l’emotività di chi li ha composti. Non c’è da meravigliarsi quindi se poi nessuno legge ciò che un altro ha scritto. Lo stesso avviene nelle discussioni, tutti parlano anche sovrapponendosi nei discorsi, ma nessuno ascolta gli altri. Siamo come in una babilonia di linguaggi diversi, che nessuno capisce. Io vorrei fare un passo indietro e ricordare il Verismo di Verga e di molti altri scrittori come lui, il loro linguaggio chiaro che ha messo a nudo la decadenza della nobiltà e dei costumi, nascosta dietro una Ipocrisia ormai evidente anche a chi non voleva interessarsene. È una novità che avrà successo? Non so, però è una novità e questo è già tanto.

INFO

Odore di Sujo, Alfio GiuffridaAlfio Giuffrida
Odore di sujo
Prefazione di Renato Minore
Copertina flessibile: 199 pagine
Editore: Il Seme Bianco (15 luglio 2019)
Collana: Magnolia
Lingua: Italiano
ISBN-10: 883361171X
ISBN-13: 978-8833611716
SCHEDA LIBRO QUI

 

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