Il Futuro nei luoghi nascosti di RIAPERTURE Festival a Ferrara Ferrara, futuro e fotografia. I possibili scenari di un domani prossimo venturo in 14 esposizioni fotografiche, allestite negli spazi più nascosti della città

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FERRARA – Si è concluso domenica 7 aprile Riaperture, il Festival di Fotografia che ogni anno, per due fine settimana consecutivi, porta una scintilla di vita in luoghi abbandonati della città, in attesa di restauro e conseguente riapertura. Per chi non c’era ecco il nostro racconto.

Ferrara. Qui, tra le volte medievali, l’imponente grazia Estense e l’antico ciottolato accadono cose molto belle, se ci si prende il tempo di cercarle. È questo il caso di RIAPERTURE, il Festival della Fotografia che per due fine settimana successivi popola e riporta linfa vitale in angoli polverosi e normalmente dimenticati della città. Quella Ferrara che non si vede in cartolina o sui libri di storia: la Ferrara delle ex caserme dei pompieri, dei negozi chiusi, degli spazi in ristrutturazione e di antichi gioielli architettonici. Invito a guardare la realtà che ci circonda, sia locale che globale, con occhi nuovi.

Così, mappa alla mano, siamo andati alla scoperta degli otto luoghi abbandonati, o in attesa di restauro, protagonisti di questa terza edizione, tenutasi dal 29 marzo al 7 aprile.
Quattordici esposizioni fotografiche disseminate negli spazi della città, in un reticolo di punti focali che spingono ad intraprendere una sorta di caccia al tesoro. Nella quale i tesori non sono cose di cui ti appropri, ma che vedi.

Come negli imponenti spazi della Caserma Pozzuolo del Friuli, circa 3 ettari e mezzo a sud est di Ferrara, dove si stagliano sulle pareti scrostate e precarie i chiaroscuri del Muro d’Israele di Francesco Cito, il personale dissidio interiore di Elinor Carucci, divisa tra il ruolo di madre e amante, gli sguardi persi e contraddittori del viaggio di Fabio Sgroi nei Paesi dell’Europa dell’Est; e poi l’orgogliosa lotta di appartenenza raccontata dagli scatti di Eugenio Grosso in Kurdistan Memories e i discordanti parallelismi che rendono Oriente e Occidente fratelli della stessa epoca, in Discovery di Zoe Paterniani.

Riaperture 2019, Ferrara

Non lontano riecheggia un suono sordo, persistente, che invita ad immergersi nel racconto che anima le mura del capannone liberty della Cavallerizza, un tempo parcheggio di veicoli e salmerie. Proprio qui sono appesi lunghi stendardi che ritraggono Le Sentinelle di Claudia Gori e narrano di vite altre, quelle di chi abita un corpo iper- ed elettro-sensibile (EHS).

Racconti di un incerto futuro adornano anche gli spazi spogli di due Palazzi storici d’eccellenza, ricchi di un fascino senza tempo: Palazzo Massari, chiuso dopo il sisma del 2012 e Palazzo Prosperi-Sacrati, in piena vista di fronte a Palazzo Diamanti. Nel primo, vanno in scena le Risorse disponibili di Mattia Balsamini, con i suoi ricordi di ieri legati al lavoro iper-tecnologico di oggi e Alps di Ettore Moni, il racconto di una monumentale bellezza in decadimento, sfruttata dal turismo di massa. Ancora, per un incantevole gioco di luci e ombre, adornano il cielo, legati attraverso delle corde, i dubbi e le speranze del giovane Simon Leher, muta testimonianza di un tempo che scorre all’indietro, dopo il primo incontro col padre.

Riaperture 2019, Festival di Fotografia, Ferrara

Riaperture 2019, Ferrara

L’esplorazione del futuro accoglie la luce e allo stesso tempo non rinnega l’oscurità. Così RIAPERTURE è anche un festival a cielo aperto, in via Mazzini, dove è possibile ammirare l’installazione di Giovanni Cocco e Caterina Serra, Displacement, 10 anni dopo il terremoto dell’Aquila, ma anche l’inaccessibile e intima stanza buia della salumaia dell’Hotel Duchessa Isabella, dove si ridisegnano i confini di un amore prossimo venturo, con i Sex Robots di Tania Franco Klein.
E infine il fallimento di un ex attività commerciale di via Garibaldi è palcoscenico di Lost Generation di Claudio Majorana: come si ricostruisce il futuro di chi, oggi, non lo desidera?

Tra le certezze e le incertezze che danno voce alle storie di questa terza edizione, il viaggio si conclude (o per scelta, da qui, può anche avere inizio) nel quartier generale del Festival, la Factory Grisù, dove le Grandi Navi di Gianni Berengo Gavina fanno da sfondo ad una Venezia ormai succube di un inquinamento visivo dilagante, mentre la testarda battaglia contro le discriminazioni di genere di Marika Puicher si esplicita attraverso il corpo di una giovanissima ragazza di Casablanca, Imane.

Per chi c’era ma soprattutto per chi non c’era, Riaperture torna nel 2020 con la quarta edizione. Tutte le info e le date sulle pagine ufficiali della manifestazione. Stay tuned.

INFO

Riaperture 2019
dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019
Festival di Fotografia
Ferrara

Sito Ufficiale: riaperture.com
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