Ninfa, il giardino paesaggistico più romantico al mondo Distante poco più di una settantina di chilometri dalla capitale, in provincia di Latina, sorge Ninfa, un'oasi naturale nella quale l'opulenza della natura, in combutta con le suggestive rovine di un borgo scomparso e con la complicità della mano regolatrice dell'uomo, danno vita a un immenso e straordinario giardino le cui sorti si intrecciano indissolubilmente con la storia della famiglia Caetani.

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il giardino di ninfa

SPECIALE GIARDINI STORICI — Il giardino di Ninfa, nei pressi di Latina, è uno straordinario giardino all’inglese frutto del pittoresco connubio tra l’opera selvaggia della natura e la mano razionale e regolatrice dell’uomo. Una sinergia delle parti che ha finito per regalare al mondo un esempio unico di giardino paesaggistico dall’allure romantica e dal sublime afflato estetico.

Ninfa ha una storia antica e trae il suo nome da un tempietto dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità minori all’interno del vasto Pantheon classico, che sorgeva nel luogo. Il paese, oggi scomparso, era situato nei pressi dell’omonimo lago. Un tempo fiorente, l’antico borgo conobbe il suo Nadir attorno al XIV secolo, quando una serie di lotte intestine e molteplici invasioni ne segnarono l’abbandono da parte della popolazione, decretandone la rovina.

L’intero paese contava sul finire del medio evo ben oltre 170 case, 7 chiese, un castello risalente al XII secolo, un ospedale, mulini ed altri edifici, oltre che un ponte romano a suggellarne le antiche origini. Vi erano poi torri di guardia e un imponente perimetro di mura di cinta posto a protezione della cittadina.

Ninfa fu abbandonata nel 1382 per i troppi conflitti che presso di essa si erano avvicendati. Divenuta teatro di scontri fra famiglie rivali, prime fra tutte quelle dei Frangipane e dei Caetani, Ninfa conobbe a più riprese l’umiliazione devastante di saccheggi e invasioni. Fu quindi impossibile per la popolazione continuare a viverci. Ma non tutto il male vien per nuocere e, parafrasando le ultime parole di Maria Stuarda, Ninfa finì per trovare “nella sua fine il suo principio”. L’abbandono da parte dell’uomo infatti fece sì che, molti secoli dopo, il paese conoscesse una vera e propria rinascita, pur se sotto nuove vesti, poiché il microclima invidiabile e la vegetazione rigogliosa e abbondante, lasciata libera di espandersi indisturbata (la natura aborre il vuoto, si sa), iniziarono a ridisegnarne il paesaggio, dando vita a quel luogo unico al mondo che oggi conosciamo.

La mano regolatrice dell’uomo ha poi completato l’opera, forgiando il pittoresco e vasto giardino paesaggistco che si estende su di una superficie di 8 ettari circa. La profusione di piante (se ne contano oltre 1300 specie tra rare e autoctone) e le fioriture rigogliose, che si alternano durante il corso dell’anno in una ricca tavolozza cromatica, sono una vera festa per gli occhi. Un’altrettanto ricca palette olfattiva contribuisce a rendere idilliaco questo paesaggio già di per sé unico e fiabesco. Gli antichi resti della cittadina, in parte sommersi dalla vegetazione, svettano indomiti e svelano l’anima più recondita del luogo. Se il Genius Loci ha potuto agire indisturbato e trasformare un paese in rovina in uno dei più bei giardini paesaggistici al mondo, lo ha fatto nondimeno grazie alla colta complicità di coloro che seppero non solo leggere in quello spazio inselvatichito un racconto dalle tinte verdi ma anche raccoglierne la sfida botanica: “God save the green!“, verrebbe da dire.

La natura aspra e selvaggia di Ninfa attirò nel 1920 l’interesse dei membri più giovani della famiglia Caetani, che da secoli ne era proprietaria, i quali nell’arco di quasi settant’anni, dagli anni Venti agli anni Novanta del secolo scorso, iniziarono a mettervi a dimora piante provenienti da ogni parte del mondo. Furono in particolare Ada, Marguerite e Lelia Caetani, grazie alle  loro conoscenze in ambito botanico e alla loro spiccata sensibilità verso la natura, che resero possibile la “miracolosa” rinascita del luogo. Vaste aree del giardino vennero restituite alle loro antiche funzioni, riportandole agli antichi fasti, come già era stato fatto per diversi edifici, tra i quali il castello Caetani, a Sermoneta, nei pressi di Latina, divenuto nel frattempo residenza di villeggiatura della famiglia.

Da segnalare, peraltro, che la Fondazione Roffredo Caetani ha da pochi giorni spalancato le porte ai visitatori, aprendo al pubblico le antiche prigioni del castello di Sermoneta, rendendo visibili i suoi storici lasciti. Durante il restauro del maschio infatti (maschio o mastio si definisce la torre maggiore nelle fortezze medievali, ndr) sono stati portati alla luce ben 150 graffiti, eseguiti dai detenuti con inchiostro nero e rosso nei primi decenni del ‘600 mentre altri, di periodo posteriore, sono databili a quando i soldati di Napoleone assaltarono la fortezza durante l’occupazione del castello.

La biodiversità è un’altro degli aspetti che rende peculiare il giardino di Ninfa. L’assenza di inquinanti e la lotta bio dinamica favorisce la presenza degli insetti utili, ospiti di ampie fasce verdi lasciate volutamente al naturale, garantendo un ambiente idoneo non solo allo sviluppo della flora ma anche della fauna locale. “Un giardino perfetto”, dopotutto, è un luogo dove tutti gli elementi della natura convivono armoniosamente fra loro. Non a caso Ninfa si configura come un Eden reso tale non solo dalle piante e dalle loro splendide fioriture ma anche da tutto ciò che in natura ne costituisce l’imprescindibile complemento: dal canto degli uccelli al ronzio degli insetti, dallo zampillare dell’acqua alla profusione dei colori e dei profumi dei fiori, tutti segni tangibili di equilibrio, salute e vitalità dell’habitat.

Per preservarne la bellezza, la biodiversità e l’equilibrio ambientale, a Ninfa vengono organizzate solo visite guidate, secondo un calendario fisso che si apre ad aprile e si protrae fino a ottobre inoltrato.

INFO
Giardino di Ninfa

Doganella di Ninfa
Via Provinciale Ninfina, 68
04012 – Cisterna di Latina (LT)
ITALIA

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