TRIORA (IM) – Nella provincia di Imperia, arroccato a 780 metri sul livello del mare, sospeso tra terra e cielo, sorge Triora, uno dei borghi più belli e misteriosi d’Italia, insignito tra l’altro di bandiera arancione, il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano.
Triora è un piccolo ma ben preservato borgo medievale nella Valle Argentina, attraversata dall’omonimo fiume, abitato da poco più di 350 anime. Un’allure magica e misteriosa pervade il dedalo di piccole strade, ripide scalinate, vicoli oscuri, ruderi e archi di pietra di grande bellezza e squisita fattura. Statue di streghe ci guardano, oggi benevole e beneauguranti, ma raccontano di un antico passato, in cui queste figure abitavano il paese in carne ed ossa, e numerose.
Illuminate, nella notte tutt’intorno buia, le antiche pietre degli edifici narrano la tragica vicenda del 1587. Triora basava la propria economia, accanto alla coltivazione della vite e delle castagne, soprattutto sulla copiosa coltivazione del grano (un grano particolare, da cui ancora oggi si ricava un pane squisito), ma quell’anno “stranamente” le cose non erano andate per il verso giusto. Una forte siccità aveva colpito il paese, e di seguito una grave carestia. Ogni causa ha sempre un effetto ma se l’effetto non ha una sola causa certa si cerca un capro espiatorio sul quale la collettività possa scagliare la propria moralistica pietra. E così avvenne a Triora.
Una ventina di “povere donne” (povere anche perché provenienti da ceti meno abbienti, contadine, guaritrici, prostitute) furono incolpate di aver causato la carestia, accusate di mercimonio col diavolo, infanticidio e stregoneria, e per questo condannate. Arrestate, rinchiuse in case trasformate in prigioni, le “streghe” o “bagiue” (nel dialetto locale) furono mandate a morte tout court e con loro anche un bambino di 14 anni subì analogo destino. Sottoposte a torture, le donne confessarono e rivelarono i nomi dei propri “complici” in crimini probabilmente mai commessi. Venne a innescarsi un effetto domino che finì con il contagiare persone di ogni strato sociale, non risparmiando neppure dame della buona società. Le persecuzioni durarono dal 1587 al 1589, poi tutto si placò e le ultime streghe (o bagiue) furono forse rimesse in libertà o comunque se ne perse traccia.
Lagodegnu, la Cabotina, il lavatoio pubblico della Noce (il noce tradizionalmente è uno degli alberi cari alle streghe!), la splendida fontana di Campomavùe con il bellissimo arco di pietra e la vasca, erano i luoghi deputati ai loro raduni. Non a caso collocati in zone cupe e boschive, solitarie, dove con tutta probabilità queste donne vivevano o comunque si ritrovavano per esercitare l’arte di curare con le erbe selvatiche che raccoglievano nel bosco, la farmacia a cielo aperto di allora.
Spesso infatti le “streghe” sapevano far nascere i bambini ed erano ostetriche ante litteram, oltre che capaci di procurare aborti. Insomma erano depositarie di quelle conoscenze che la Chiesa riteneva superstizioni o riti “pagani” ma che ancora all’epoca venivano praticati dai contadini.
Per l’uomo di oggi questi luoghi rimangono a testimonianza di un passato antico, oltre a costituire in se e per sè affascinanti e suggestivi scorci che giustificano a pieno titolo una visita al paese. Dopo averli visitati, chi volesse conoscere meglio e più da vicino le storiche vicende di Triora e della caccia alle streghe, potrà farlo al Museo Etnostorico della Stregoneria (MES) situato a Palazzo Stella.
Il paese dal canto suo celebra ogni anno e rende tributo a queste donne trasformando il loro ricordo in una gran festa, che si svolge non a caso a cavallo tra Halloween e Ognissanti, nei due giorni che vanno dal 31 ottobre al 1 novembre.
Tra gli eventi in programma quest’anno: riti propiziatori e laboratori sulle implicazioni magico-esoteriche dell’incenso, creazione di lanterne spaventose e falò, sorsi di erbe magiche accompagnati da eteree note d’arpa. Evento d’eccezione: l’inaugurazione del progetto Triora Film Festival con la proiezione – alla presenza del regista – del film “Gostanza da Libbiano” di Paolo Benvenuti, che racconta la drammatica storia legata all’inquisizione della donna come Strega malefica. Programma completo qui.
INFO
TRIORA SAMHAIN 2018
31 ottobre / 1 novembre
Pagina ufficiale e programma: www.comune.triora.im.it
MUSEO REGIONALE ETNOGRAFICO E DELLA STREGONERIA
Corso Italia 1 – 18010 Triora (IM)
Tel. 0184.94477 | info@museotriora.it
www.museotriora.it