MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PR) — Ha aperto l’8 settembre nell’elegante cornice della Villa dei Capolavori della Fondazione Magnani Rocca, la retrospettiva dedicata a Roy Lichtenstein (1923-1997), artista americano ed esponente di spicco della Pop Art. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 9 dicembre 2018.
Icona incontrastata della Pop Art insieme con Andy Warhol, Roy Lichtenstein è una delle figure più interessanti nel panorama artistico della seconda metà del Novecento. Un artista davvero unico il cui stile immediatamente riconoscibile ha saputo influenzare tanto il mondo della grafica, quanto quello della pubblicità e del design, continuando a raccogliere proseliti anche negli anni successivi alla sua scomparsa, avvenuta nel 1997.
Colore pieno e vibrante, contorni netti, linee pulite e sinuose, immagini marcatamente puntinate, la cui manipolazione iconica è ottenuta sia partendo dal fumetto che facendo libera incursione nelle pagine della storia dell’arte, rivelano anche al fruitore più distratto la paternità delle opere dell’autore statunitense. E insieme ci regalano un quinquennio artistico che dal 1960 al 1965 ha prodotto opere di grande valenza non solo artistica ma anche socio culturale.
Da segnalare tra le opere in esposizione: Ball of Twine (1963), Girl with Tiers III (1977), e Painting in Landscape (1984), tutti provenienti dalla Fondazione Beyeler di Basilea e raramente visibili diversamente al di fuori della collezione di appartenenza. Il primo è uno dei più classici e stranianti esempi di still-life attraverso i quali Lichtenstein eleva singoli oggetti della quotidianità ad icone artistiche, in questo caso un “gomitolo di spago” che giganteggia sulla tela rivendicando ironicamente la sua piatta e bidimensionale “non autenticità”. Il secondo è una trasposizione astratta della prima iconica Crying Girl del 1963, prodotta nelle fasi iniziali della sua carriera e anch’essa presente in mostra. La terza una raffigurazione paesaggistica che come altri suoi tardi esperimenti parte da un motivo naturale per arrivare ad un’astrazione assoluta, contaminandolo con materiali plastici e creando un affascinante corto circuito tra tradizione e innovazione.
Accanto ai lavori di Lichtenstein ve ne sono anche altri eseguiti da autori a lui contemporanei e sempre ascrivibili all’interno della stessa corrente artistica. Oltre alle opere del succitato Warhol si confrontano tra loro i lavori di Robert Indiana, Mel Ramos, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Dorothy Grebenack.
Di Warhol notevole la Marilyn in acrilico e inchiostro serigrafico appartenente alla collezione Pertocolli di Londra (Marylin 1979-1986), raffigurata in negativo e collocata in una sala di transito antistante l’ingresso della mostra, tra suppellettili e opere d’arte delle più antiche e diverse provenienze. Una interessante scelta curatoriale che solletica anche i visitatori più distratti ad andare oltre il tradizionale concetto di percorso espositivo e a mettere in relazione le opere esposte con il più ampio panorama artistico culturale – e il concetto di Arte in genere – senza preclusioni di sorta. Soggetto e tecniche di realizzazione, nonché la collocazione anomala, ne amplificano a dismisura l’effetto straniante e la rendono ad un tempo immediatamente riconoscibile e tragicamente inquietante, quasi un sudario contemporaneo della celebrità.
Un aspetto d’interesse prettamente documentario e che segue la mostra con un suo percorso integrato e parallelo è data dalla presenza di foto e di immagini scattate da Ugo Mulas e Aurelio Amendola a corredo dell’opera di Lichtenstein, testimonianze utili a far luce sul modo di lavorare dell’artista americano.
INFO
Lichtenstein e la Pop Art Americana
8 settembre – 9 dicembre 2018
Mamiano di Traversetolo (PR)
Fondazione Magnani-Rocca
www.magnanirocca.it/lichtenstein
ORARI
Dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 18:00
La domenica e i festivi dalle 10:00 alle 19:00
Biglietto: intero 10€ (valido anche per vedere la prestigiosa collezione permanente)