Ghost Stories: una matrioska di perfette storie horror e angoscia esistenziale Presentato in anteprima nazionale al Lucca Film Festival 2018, Ghost Stories ci trasporta in un universo inquietante e popolato di spettri. Trasposto in chiave cinematografica dopo il successo dell'omonimo spettacolo teatrale, l'horror di Jeremy Dyson e Andy Nyman porta in Italia dal 19 aprile il meglio del terrore britannico. Assolutamente da non perdere.

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Martin Freeman

GHOST STORIES – Tre storie che corrono sul filo della più pura tradizione gotica e horror inglese, passando dal teatro al cinema, e destinate a intersecarsi, incrociarsi e ricomporsi in maniera imprevedibile, a dispetto della cornice in cui sono racchiuse (e del cacciatore dell’occulto intenzionato a dipanarle). Regia di Andy Nyman e Jeremy Dyson. Con Andy NymanPaul WhitehouseAlex LawtherMartin FreemanJake Davies. Genere: DRAMMATICO (Gran Bretagna, 2017). AL CINEMA dal 19 aprile 2018. Distribuito da Adler Entertainment. Durata 98 minuti.

Nel 2010 Jeremy Dyson e Andy Nyman portarono in scena lo spettacolo teatrale Ghost Stories, tenendo occupati i teatri di Liverpool, Londra e Sydney fino al 2016. Il profondo amore per la pièce e per l’horror di spiccata tradizione britannica convinse i due autori a sperimentare con il cinema, trasformando Ghost Stories in un film, già divenuto uno dei titoli più acclamati del 2018. Nel film Dyson e Nyman hanno mantenuto il completo controllo creativo, dalla sceneggiatura alla regia, e hanno creato un nuovo classico dell’horror inglese che spazia allegramente tra tradizione cinematografica e riflessione filosofica, condendo il tutto con una generosa dose di brividi.

Ghost Stories racconta del professor Phillip Goodman, cacciatore dell’occulto specializzato nello smascherare sedicenti fenomeni paranormali. Goodman è una sorta di goffo Piero Angela inglese, che gira il paese a caccia di soprannaturale da ricondurre entro i limiti del suo imperturbabile scetticismo, ma finisce per imbattersi in tre casi ancora irrisolti e apparentemente reali. Armato di buoni propositi, ma senza troppa convinzione, decide di investigare questi inspiegabili eventi, incontrando di persona i protagonisti e i loro resoconti. Il film si struttura fin da subito come un oggetto scivoloso e dalla natura stratificata, che gioca con le cornici, i flashback e la sovrapposizione di soggettività. Una voce sconosciuta ci presenta la vita del professor Goodman (Andy Nyman), il suo passato e la sua famiglia disfunzionale, affermandosi nel ruolo di narratore onniscente che lascia però gradualmente il posto alla narrazione in prima persona di Goodman stesso. Seguendo il filo delle sue parole vediamo un assaggio dei documentari che smascherano sensitivi fraudolenti e assistiamo al suo incontro con i tre casi aperti. Ognuno dei quali sarà però narrato a sua volta, in prima persona, dal diretto protagonista: un guardiano notturno (Paul Whitehouse) racconta l’incontro con uno spettro in un ex manicomio abbandonato, un giovane ragazzo (il pazzesco Alex Lawther) sostiene si aver investito con l’auto una sorta di fauno dei boschi, un agente di borsa snob (Martin Freeman) parla di un poltergeist legato alla nascita del suo primogenito.

film horror 2018

I tre casi di Ghost Stories iniziano come racconti orali, come tante storie diventate leggende metropolitane, e solo successivamente vengono messe in scena. Le vediamo come i protagonisti sostengono di averle vissute e sono piccoli gioielli di cinema horror, ben girati, cupi, sorprendenti e inquietanti. Sono classici nelle tematiche ma anche estremamente moderni, perché stilisticamente sono episodi contenuti in un racconto che è contenuto a sua volta in un altro racconto. Assistiamo insomma alla creazione di una matrioska spaventosa, dove pian piano tutto sembra confondersi, collegarsi in maniera inattesa, e la nostra prospettiva, quella che da bravi paladini della scienza condividiamo con Goodman, a un certo punto si frantuma. In sostanza, Ghost Stories gioca abilmente con le infinite possibilità della percezione e lo fa mettendoci addosso un’ansia incredibile.

D’altra parte, ce lo dice con largo anticipo la voce narrante, quello che vedremo non sarà soltanto un attacco allo scetticismo. Rifacendosi al lavoro del filosofo Soren Kierkegaard, Dyson e Nyman realizzano uno straordinario compendio sull’angoscia esistenziale, quella sensazione di impotenza e di terrore che nasce dall’essenza stessa dell’esistenza: la possibilità. L’uomo vive di una serie infinita di scelte, diventa gradualmente ciò che poteva diventare, escludendo o abbracciando variabili, prendendo strade inesplorate e iniziando percorsi il cui unico risultato certo, a lungo termine, è la morte. Contempliamo quindi l’orrore, coccoliamo l’angoscia dell’ignoto, perché a volte ci sono cose ben peggiori dei mostri ed esistono fantasmi ben più crudeli di quelli che si nascondono nel buio.

Ghost Stories di Andy Nyman e Jeremy Dyson, al cinema dal 19 aprile 2018

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