MODENA – Decisamente una splendida giornata per Vasco Rossi a Modena il 17 gennaio 2018 perché non capita tutti i giorni – e nemmeno a tutti per la verità – di ricevere direttamente dal sindaco, e da una giunta appositamente riunita per l’occasione, nientemeno che le chiavi della città. Questo in effetti il clou della giornata che ha insignito il rocker emiliano, compiaciuto e sorridente ma anche palesemente emozionato, della cittadinanza onoraria modenese.
Piace a tanti ma non a tutti Vasco Rossi, una vita spericolata alle spalle e una carriera che lo ha catapultato nell’arco di 40 anni “dalle sagre di paese ad eventi epocali”, come ha ricordato lui stesso con la consueta aria bonaria, ammiccante e sottotono, schernendosi davanti al sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, che lo ha insignito del titolo di cittadino onorario. “Eventi epocali”. Ci tiene a scandirli bene, Vasco Rossi, questi due termini. Eh già, perché non si pensi che in Emilia, come hanno scritto alcuni, si facciano solo “sagre di paese”. E chi potrà più contestarglielo questo, dopo Modena Park? “Un evento unico e irripetibile” – sono le sue parole ma anche innegabilmente i fatti – “che con 225.000 biglietti venduti ha stabilito un record mondiale. Un’occasione nata per festeggiare i suoi primi 40 anni di musica e canzoni che si è trasformata nel più grande raduno rock della musica italiana. Che ha coinvolto tutta Italia con oltre 200 sale cinematografiche collegate in diretta, 16 piazze con schermi giganti e la diretta televisiva di RAI UNO in Eurovisione con 5 milioni e mezzo di telespettatori. Record assoluto che pone Modena Park al 1° posto negli eventi musicali di tutti i tempi”.
Un bella soddisfazione per il rocker ma anche per Modena, che il primo luglio 2017 ha dimostrato al mondo intero di saper creare grandi eventi di partecipazione popolare e aggregazione pacifica nella massima sicurezza, lasciando stupefatte anche le istituzioni più preoccupate e gli addetti ai lavori più catastrofisti.
Il finale. #modenapark #vascorossi
Posted by Radio Bruno on Saturday, July 1, 2017
E’ di questo in sintesi che lo ringraziano la città e la giunta riunita per l’occasione, chiudendo il cerchio di un rapporto “affettuoso ma complesso” che affonda le sue radici lontano nel tempo, quando il cantante aveva solo 11 anni e scese dalla natia cittadina di Zocca, sugli Appennini, per partecipare al concorso musicale l’Usignolo d’Oro. Che peraltro vinse, ci tiene a precisare, aggiungendo: “e pensa che io con quella vittoria lì pensavo di essere già arrivato”.
Gremita di giornalisti, fotografi e operatori delle televisioni la sede scelta per l’occasione, il nuovo edificio ex AEM, splendido recupero di architettura industriale del primo novecento recentemente restaurato e destinato ad ospitare attività culturali.
Un palco anomalo per il rocker di Zocca, che abbraccia tutti, stringe mani e confessa candidamente di “non essere proprio abituato a trovarsi sotto i riflettori senza una band e la musica in sottofondo”. Per di più, aggiungiamo noi, dovendo sottostare a un rigoroso cerimoniale e senza poter cantare nemmeno una nota.
Così, diligentemente, in segno di rispetto per questo evento insolito e inaspettato, il discorso da pronunciare per ringraziare tutti se lo è scritto su un foglio, come giustamente si conviene a un contesto ufficiale. E dopo una premessa in cui ricorda affettuosamente gli esordi della sua carriera, e come questi si siano intrecciati con la città di Modena, lo brandisce con la mano nell’aria, il foglio da cui legge, mentre cerca di attenersi al copione senza resistere alla tentazione di intercalarlo con qualche commento dei suoi, allegramente sopra (o sotto) le righe – e non sarebbe Vasco se non fosse così. “Abito qui da quando sono piccolo e mi consegnate le chiavi perchè sono diventato grande”. “Ma com’è che non si stacca questa chiave che mi consegnate?”. “Quindi adesso sono a posto, posso entrare e uscire quando mi pare, a qualunque ora del giorno e della notte, dico bene?”.
Non cambia veramente mai Vasco Rossi, per i suoi fan da sempre “il Comandante”. E piace a tanti ma non a tutti. Da sempre. Tanto che perfino nella giornata della sua proclamazione a cittadino onorario c’è stato qualcuno, a Modena (uno, ma tanto basta per non fare l’unanimità) che ha detto no. Come sempre. E va bene così…
Perché al di là dei gusti musicali, delle mode, dei generi e di ogni catastrofismo, a Modena tutti alla fine si sono dovuti ricredere, anche i più scettici, anche quelli che fino alla vigilia della grande festa esprimevano dubbi e rimostranze, anche quelli che forse, ancora oggi, per qualche strano puntiglio ufficialmente non lo ammettono. Perché in fondo Modena Park è stata effettivamente una bellissima festa, un’enorme, planetaria, sagra di paese e allo stesso tempo uno stupefacente, ineguagliabile, “evento epocale”. Come ci tiene a precisare lui. Di cui tutti in Emilia, non solo a Modena, si sono sentiti orgogliosi. Ed é proprio questo in fondo che la città intera gli ha ampiamente, affettuosamente – e da ieri anche ufficialmente – riconosciuto. E va bene così…
FOTO: Credits ©2017 Ph. Donatello Iacobone (all right reserved – use by permission)