Visual Alterity: il nuovo lavoro di contaminazione sonora di Healing Force Project Un progetto italiano di musica elettronica in bilico fra acid-techno, jazz-rock e afro-beat

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Uno dei generi musicali con i quali la musica elettronica di matrice “dance” si è confrontata già dagli anni 90, dando vita ad una serie di contaminazioni, è stato il jazz.

Dj e giovani musicisti come Squarepusher, Carl Craig (Innerzone Orchestra), Spring Heel Jack, Jim Tenor avevano compreso come due generi musicali apparentemente così diversi, l’uno incentrato sull’improvvisazione l’altro sulle rigide riproduzioni meccaniche del computer, l’uno sull’intuizione immediata del solista e l’altro sul calcolo predefinito al millimetro dell’autore, potessero alla fine convergere.
Alcune affinità sono state possibili grazie ai mille rivoli in cui il jazz degli anni 70 si è suddiviso grazie alle rivoluzioni di Miles Davis e della “new wave” dei suoi discepoli.
Contaminazioni in cui musica indiana, rock psichedelico, soul, afro, free-jazz, funky, blues-rock si mescolavano attraverso migliaia di possibili combinazioni.
Ma fra gli ingredienti dei odierni generi ibridati non mancano elementi e idee provenienti anche dal jazz più acustico degli anni 60 e dalle sue contaminazioni latine e africane, anche loro tasselli di una ridefinizione dei linguaggi che passa attraverso il digitale.
Il campionamento come pratica di ricontestualizzazione dei materiali sonori era già iniziata con il rap nel suo reimpiego di frammenti di soul e di funky ma trova nei generi elettronici successivi la sua massima espansione.

Sicuramente è nella comune radice afro-americana e nei suoi groove poliritmici che i vari stili trovano il terreno comune di incontro.

In questo tessuto sonoro connettivo di matrici culturali diverse si colloca Healing Force Project che si sta rivelando come uno dei progetti più interessanti della scena elettronica italiana recente.
Dietro a questo nickname si cela Antonio Marini autore che, a partire del 2010, ha realizzato due album su Eclipse Music e una serie di extended play per varie etichette.
Confluiscono nel suo suono varie influenze: dal jazz-rock anni 70 (stile Weather Report e primo Hancock) al funk, dai tribalismi etnici agli echi free-jazz di Sun Ra e dell’Art Ensemble of Chicago, dal Davis visionario di “On The Corner” fino all’acid e all’electro di Detroit.
La combinazione di questi elementi determina un sound capace di mescolare il binarismo ritmico della dance elettronica a idee più articolate e sperimentali. Si tratta di un artista poliedrico che riesce a coagulare in unico disegno formale elementi lessicali distanti.

Healing Force Project

L’Extended Play pubblicato da On Board Music si intitola Visual Alterity” e ci propone sei brani il cui filo conduttore è l’impiego di bassline sulle quali l’autore sviluppa strutture asimmetriche e imprevedibili.

“A Matter of Time” si estende attorno ad un loop di basso lungo il quale s’incastrano altre cellule ritmiche e melodiche. Altre linee di bass-synth che entrano ed escono vanno a depositarsi su intrecci percussivi e su una ritmica di batteria acustica quasi jazz-rock.
“Abductions” è sorretto da un ritmo ossessivo di tamburo sul quale emergono suoni di bassline acidi, timbri di organo hammond e poliritmie percussive. “Harmony of the Spheres” è un brano che sfrutta ancora l’intreccio di linee di basso sovrapposte come una tessitura minimalista. La ritmica delle percussioni è irregolare e un tappeto di sintetizzatore si sovrappone agli incastri poliritmici del brano.
“Alternative Currents” si avvale di una pulsione in quattro della cassa “dritta” sulla quale si muovono suoni di pad che espongono un’armonia crescente. Su questo emerge una linea di bassline incessante che costringe le ritmiche a spostarsi da interventi aleatori ad un accompagnamento regolare. Il brano anziché svilupparsi in un percorso tipico “dance” di crescita esponenziale e serrata delle dinamiche si spezza su fraseggi di percussioni che ne finiscono la corsa.
“Parsec City” è puro tribalismo futurista. S’incentra su nuclei ritmici di djembè e suoni atmosferici. Una linea di basso jazz rock porta la traccia verso suggestioni aeree che ricordano i primi Weather Report. Anche il conclusivo “Seven Transmutations” è una composizione astratta che si muove su ritmiche incostanti e su parti di sintetizzatore basso e tappeti di synth ipnotici e surreali.

In definitiva si tratta di un lavoro che propone un ennesimo rinnovamento del linguaggio dell’elettronica “popular” contemporanea, attraverso nuovi codici nei quali elementi lessicali del genere si mescolano a quelli di altri stili pre-esistenti attraverso mille incastri e soluzioni inattese.
Come è avvenuto già dalle origini i processi di innovazione di questa musica nascono nei sotterranei delle etichette indipendenti senza le quali il fenomeno non si sarebbe potuto diffondere e non avrebbe le mille diramazioni che ha oggi. L’universo delle piccole label, rafforzato dalla pervasività della rete e dalla diffusione della musica liquida, permette un incessante rinnovamento degli idiomi grazie all’immissione continua di nuove idee. Un mare nel quale non ci stancheremo mai di gettare le reti.

Artist: Healing Force Project
Title: Visual Alterity
Label: On Board Music
Year: 2017

Tracklist:
A1. A Matter Of Time
A2. Abduction
A3. Harmony Of The Spheres
B1. Alternative Currents
B2. Parsec City
B3. Seven Transmutations

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