BOLOGNA – I Soviet + l’elettricità, un secolo di CCCP. La rivoluzione a teatro in una maestosa, travolgente opera rock, su echi lontani (ma non troppo) di punk melodico emiliano. Tra inni solenni, apparati oratori, palchi, tribune, simboli di partito e una scenografia capace di evocare tanto il rigore marziale dei comitati centrali quanto scenari post-apocalittici di matrice steam-punk/dadaista. Strizzando l’occhio a un immaginario contemporaneo che va da Mad Max a Star Trek.
È andato in scena lunedì 13 novembre al Teatro Il Celebrazioni di Bologna il “comizio musicale” dedicato ai 100 anni della rivoluzione d’ottobre (1917-2017) di Massimo Zamboni, anima rossa e fondatore negli anni 80 dello storico gruppo punk-rock dei CCCP/CSI. Sul palco, in uno scenario futurista e futuribile fatto di immagini, suoni, musica, parole e declamazioni sonore, 100 anni della nostra storia più recente. Tra lande desolate, grandi ideali politico-culturali, fame, guerre, sogni, speranze e miti infranti. Uno spettacolo che “definire spettacolo è riduttivo”, una narrazione complessa e sconfinata portata in scena con una disarmante naturalezza e capace di parlare veramente a tutti: da chi quell’immaginario lo ha vissuto e condiviso a chi lo ha abbracciato ma rigettato perché si è sentito tradito, fino a chi di quell’epoca non ha mai incrociato null’altro che echi lontani e vive immerso in riferimenti culturali e linguaggi completamente differenti.
Una rappresentazione imponente, suggestiva, emozionante, travolgente. Che ha riempito il teatro nonostante la nevicata del pomeriggio e condizioni meteo decisamente proibitive per gli spostamenti, infiammando la platea come non era assolutamente scontato che fosse, sopratutto in un teatro.
Intime e toccanti le declamazioni sonore di Max Collini, figlio putativo e contrappunto perfetto al progressivo dilagare del redivivo repertorio dei CCCP/CSI (Roco Rosso, Guerra e Pace, CCCP, Militanz, Huligani Dangereux, Cupe Vampe, Morire, Radio Kabul, Live in Pankow, Spara Iuri), in larga parte adattato per l’occasione e ri-arrangiato a tre voci per essere riprodotto, in un’inedita e riuscitissima staffetta vocale, tra Massimo Zamboni, Max Collini e Angela Baraldi; un repertorio che ha elettrizzato il pubblico oltre i limiti dell’immaginabile in un contesto di sala e ha largamente passato il confronto, decisamente improbo sulla carta, con le versioni originali e i relativi, innominabili, fantasmi del passato. Insuperabile Angela Baraldi, per presenza sul palco oltre che alla voce, perfetto bilanciamento scenico di polarità opposta – femminile, marziale e futurista – alle incursioni sul palco dell’altrettanto impareggiabile Fatur – volta a volta reietto, operaio o militante dalla gestualità dadaista. Allo storico “artista del popolo”, non più leggiadro ed etereo come una volta ma perfettamente riconoscibile – e se possibile ancor più perturbante proprio in virtù della nuova fisicità – il ruolo di evocare il lato più primordiale, istintivo e primitivo della natura umana, nonché scenari post-apocalittici e rappresentazioni steam-punk/neo-dada di miserie passate pericolosamente somiglianti a medioevi prossimi venturi.
Un’opera stratificata ma anche spettacolare e immediatamente fruibile che reinnesta nel linguaggio comune visioni complesse di polarità opposta, impedendo alla comunicazione – e alla cultura – di atrofizzarsi e restituendo significato a parole desuete come ideali, speranze, utopia, riscatto ed emancipazione. Naturale sviluppo in chiave corale, teatral-musicale e punkrock (o post-punk che dir si voglia) di quella stessa progettualità e teatralità che erano già contenute nella musica e nei live dei CCCP prima e dei CSI poi.
Sul palco scorrono immagini, spezzoni di testi, si alternano il rosso e il nero, fragori e silenzi, bruciano idoli fra cupe vampe, si fondono in un’unica colata di cera passato e presente, preludio a mille futuri possibili.
Il pubblico di Bologna accompagna tutto lo spettacolo con una partecipazione vivace che culmina nel finale in uno scroscio di applausi al limite dell’imbarazzante: venti minuti ininterrotti di ovazione – crescente – che emozionano la crew, umilmente schierata sul palco come un plotone per l’ispezione, inchiodandola affettuosamente in loco per un tempo infinito. Spettacolo nello spettacolo. Un successo su tutta la linea.
SOTTO: I Soviet +l’elettricità. Cento anni di CCCP.
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©2017 Ph. Donatello Iacobone (all right reserved – use by permission)
INFO
I Soviet +l’elettricità. Cento anni di CCCP.
13 novembre 2017
Teatro il Celebrazioni, Bologna
Produzione: Medials Live
TUTTE LE DATE
Partito da Napoli il 7 novembre, dopo Bologna il tour toccherà varie città italiane prima di concludersi a Reggio Emilia il 7/12/2017.
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