Radio Ritmo. La radio, il panico, la persuasione e l'(auto)suggestione | INTERVISTA Marziani, guerre fra mondi e invasioni aliene. Fra voci e suoni dall'etere, la grande potenza della radio al Piccolo Teatro del Baraccano di Bologna

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Radio Ritmo, Voci e Suoni dall'Etere - Piccolo Teatro del Baraccano

BOLOGNA – Va in scena al Piccolo Teatro del Baraccano domenica 12 novembre, Radio Ritmo, la potenza comunicativa della radio negli anni ’30, quando il linguaggio radiofonico era ancora in assoluto la prima donna della comunicazione. Lo spettacolo, un radiodramma musicale in chiave jazz, trae ispirazione da un episodio realmente accaduto in America il 30 ottobre 1938.

30 ottobre 1938 – Cosa successe quel giorno? Cosa spinse migliaia di persone fuori casa? Come mai tanti finirono in ospedale in preda a malori e crisi di panico? Accadde che andò in onda un dramma radiofonico talmente ben congegnato che tutti lo ascoltarono senza rendersi conto che era appunto un “programma” e non la realtà. Il dramma, della durata di poco più di sessanta minuti, annunciava un’invasione aliena a New York e generò un’onda di panico di tali proporzioni che ne furono contagiati perfino quelli che non lo avevano seguito. E la parola “marziano” dilagò ovunque con le conseguenze che ben conosciamo. “The War of the Worlds” interpretato da Orson Welles – questo il titolo del radiodramma tratto dal romanzo di Herbert G. Wells e tradotto in Italia come “La Guerra dei Mondi” – stabilì così, 50 anni prima della nascita di internet, un record che sarebbe rimasto imbattuto per oltre mezzo secolo. Il radiodramma è infatti ricordato ancora oggi come una delle più grosse fake news della storia.

Lo spettacolo Radio Ritmo prende l’avvio da questa vicenda. Nato da un’idea di Giambattista Giocoli, direttore artistico del Piccolo Teatro del Baraccano, la regia e l’adattamento teatrale sono a cura di Massimo Sceusa che insieme con Angela Malfitano porterà in scena questo radiodramma musicale in chiave jazz.
In collaborazione con Bologna Jazz Festival 2017.

Incontriamo il regista Massimo Sceusa per parlare di questo lavoro.

Com’è nata l’idea di “Radio Ritmo”?

L’idea di Radio Ritmo è nata dall’incontro tra la compagnia di teatro con cui lavoro da anni, Chièdiscena, e Persephone. Chièdiscena aveva partecipato all’allestimento della mostra su Guglielmo Marconi in Palazzo Re Enzo nel 2004: in quella occasione ospitavamo alcune trasmissioni radiofoniche e organizzavamo ascolti guidati su materiali di repertorio. Da qui il primo amore per la radio, la sorpresa per il seguito di tali iniziative e la scoperta di “La guerra dei mondi”. Intanto Persephone avviava il progetto “Atti sonori”, in cui la musica prendeva corpo fino a trasformarsi in vere e proprie pièces teatrali. La musica è da sempre antica e fondamentale sorella della parola in teatro, e così, dopo aver realizzato molti progetti insieme, ricercando la forza e la dipendenza di questi due linguaggi, da un’ideazione di Giambattista Giocoli, ho potuto finalmente far uscire un vecchio sogno dal cassetto. La poliedricità di Angela Malfitano e le creazioni musicali di Piero Bittolo Bon, Stefano Dallaporta e Andrea Grillini, hanno fatto il resto.

Come si traduce in teatro un’esperienza che era nata per essere radiofonica?

La sfida di rendere teatrale qualcosa che era nato solo per l’ascolto, è allettante. Ci è venuto in aiuto il nuovo trend delle web radio e delle radio trasmesse in tv. Secondo la nostra ideazione, il pubblico dovrà avere l’impressione di assistere ad una trasmissione radio, in diretta da un teatro. Tecnici, musicisti e lettori, svolgeranno “a vista” le azioni generalmente celate ai radioascoltatori, a volte teatralizzandole, altre passando da dentro a fuori la diretta, svelandoci alcuni “dietro le quinte”.

Suggestione o persuasione? Quali delle due “forze” si impone meglio?

Se per suggestione si intende la corsia preferenziale che ognuno di noi tende a prendere interpretando o alterando la percezione degli eventi, e per persuasione la capacità di “suggerire” o creare tali corsie, credo che in una società complessa, popolosa e di mercato, come la nostra, siano entrambe inevitabili e, forse, indistinguibili. In ogni epoca le forme di comunicazione di massa innovative sono state amate e demonizzate.

Un antico adagio dice che “un’immagine vale più di mille parole”. Orson Welles con ”The War of the Worlds” ha però dimostrato il contrario. Qual è il suo pensiero al riguardo?

Orson Welles ha involontariamente messo in luce i rischi connessi alla radio, ma innumerevoli sono anche i vantaggi. Lo stesso potrebbe dirsi degli attuali canali prioritari di comunicazione, e anche se ognuno di loro ha le potenzialità perché un evento simile a quello del 1938 possa accadere, le informazioni hanno fonti così numerose e sfaccettate da poterlo immediatamente smentire.

Lei crede che un episodio analogo a quello accaduto per ”The war of the Worlds” potrebbe ancora accadere ai giorni nostri, magari non attraverso la radio?

Certo è che in piccolo, questo già accade nel quotidiano, un anziano che passa davanti alla televisione l’ottanta per cento del suo tempo crede all’assoluta verità di ciò che vede. Ciò che sentiamo forse non è altrettanto efficace, ma se ci accendesse l’immaginario?

INFO
Radio Ritmo
Piccolo Teatro al Baraccano, BOLOGNA
Via del Baraccano, 2
12 novembre 2017
In collaborazione con Bologna Jazz Festival 2017

Voci recitanti: Angela Malfitano e Massimo Sceusa
Musiche composte e interpretate da:
Piero Bittolo Bon sax alto, flauti, clarinetti, elettronica
Stefano Dallaporta contrabbasso
Andrea Grillini batteria, percussioni
Regia di Massimo Sceusa

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